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Parma, Capitale Italiana della Cultura 2020

di Maria Paola Gianni

Parma, Capitale Italiana della Cultura 2020

Assistere al restauro di una gigantesca cornice del Settecento negli spazi del Teatro Farnese, trasformato per l’occasione in un laboratorio artigianale, non ha prezzo. Sembra di fare un tuffo nel passato in un contesto da mille e una notte, nel cuore del Complesso Monumentale La Pilotta, a Parma. La cornice, ampia 7,2 metri per 4,5 per 200 chili e recuperata a pezzi nei magazzini del museo, da novembre è in fase di restauro per un costo di 10mila euro.

[penci_blockquote style=”style-2″ align=”none” author=”Simone Verde, neo-direttore del Palazzo della Pilotta”]È la più grande della nostra collezione, è stata disegnata da Alexandre Petitot e tornerà a ornare La morte di Virginia di Gabriel Francois Doyen nel maestoso Salone delle Colonne. Rimettere le cornici accanto ai loro quadri vuol dire risarcire le opere di un pezzo della loro identità. [/penci_blockquote]

Parma, Capitale Italiana della Cultura 2020

Il complesso che abbiamo visitato col direttore è ampio circa 40mila metri quadrati e conta 150mila visitatori l’anno per centinaia di quadri. Solo la Galleria Nazionale ospita opere di Correggio, Parmigianino, Canova, Tiepolo e Leonardo da Vinci.

[penci_blockquote style=”style-2″ align=”none” author=”Simone Verde, neo-direttore del Palazzo della Pilotta”]È uno dei musei più belli e importanti d’Europa, tra Biblioteca Palatina, Galleria Nazionale di Parma, Teatro Farnese, Museo Bodoniano (il più antico dedicato alla stampa in Italia) e Museo Archeologico Nazionale. In diciotto mesi abbiamo aperto otto sezioni, riqualificato il trenta per cento della struttura e stiamo proseguendo con altre inaugurazioni in vista di Parma 2020.[/penci_blockquote]

Altro tuffo nel passato è lo storico allestimento con le scene dipinte su carta di Giuseppe Carmignani risalenti al 1913, tornate sul palcoscenico dopo un lungo e delicato lavoro di ripristino al Teatro Regio di Parma, con l’opera Un ballo in maschera di Giuseppe Verdi che ha inaugurato la stagione lirica 2019.

[penci_blockquote style=”style-2″ align=”none” author=”Dario De Micheli, PR del Teatro Regio di Parma”]Erano state realizzate nel 1913 in occasione del centenario verdiano e mai più utilizzate, di recente ritrovate quasi accidentalmente nei nostri laboratori, poi sapientemente restaurate e tornate a vivere con una gioia enorme di tutti noi.[/penci_blockquote]

Oltre alla stagione lirica, il Teatro Regio di Parma organizza il Festival Verdi a Parma e Busseto.

Non è certo una sorpresa, dunque, che Parma sia stata eletta all’unanimità a Capitale Italiana della Cultura nel 2020.

D’altra parte qui sono nati il Parmigianino, Verdi, Toscanini, Guareschi, Attilio Bertolucci. Primeggiano gioielli storici come il Duomo e il Battistero, ma anche moderni come le prestigiose opere dell’architetto Renzo Piano, l’Auditorium Paganini e il Barilla Center, ovvero shopping, cinema, pizzerie, supermercati, librerie, fitness e un meraviglioso albergo a cinque stelle, il Grand Hotel de la Ville.

Parma, Capitale Italiana della Cultura 2020

Tanti saperi, ma anche tanti sapori nella città del gusto per antonomasia. Basti pensare che l’11 dicembre 2015 Parma è stata ufficialmente invitata a prendere parte alla rete Unesco delle Città Creative, diventando la prima città creativa per la gastronomia italiana. Siamo in Emilia-Romagna, nella regione europea col maggior numero di prodotti Dop e Igp, tutelati da marchi di qualità, definita dal Forbes Italy’s greatest gastronomic treasure.

Qualche esempio? Vere opere d’arte qui prodotte come il prosciutto di Parma, il Parmigiano Reggiano, il Culatello di Zibello, il Salame felino, la Coppa di Parma, il Tartufo nero di Fragno, il Fungo di Borgotaro.

Parma è un luogo unico al mondo, nel cuore della Food Valley italiana. Produttori – aziende agricole, cantine, caseifici, salumifici – ristoratori, albergatori, operatori del turismo, guide, accompagnatori, esercenti si sono riuniti nel club di prodotto Parma City of Gastronomy che da un lato tutela la qualità dei prodotti, dall’altro garantisce l’autenticità e l’eccezionalità di un’esperienza a Parma e in provincia.

Al momento gli aderenti sono circa 250 e rispettano elevati standard di qualità, professionalità ed esclusività. I visitatori potranno vivere un’esperienza unica, dai ristoranti doc ai luoghi di produzione, dai pacchetti speciali alla possibilità di acquistare direttamente le bontà enogastronomiche, per trasformare il viaggio in un’esperienza unica.

Sul Tastybus di Maestro abbiamo fatto un meraviglioso viaggio nel gusto di Parma City of Gastronomy, partendo da Paolo Villani, 47 anni, casaro da oltre un quarto di secolo che lavora 365 giorni l’anno raccogliendo latte e trasformandolo per i soci del caseificio Basilica Nova in tante meravigliose forme di Parmigiano Reggiano. Solo l’anno scorso ha prodotto oltre cinquemila forme per più di 20mila quintali di latte.

Qui è possibile assistere alle fasi di produzione del formaggio più famoso del mondo. Poi una sosta rigenerante all’osteria La Maestà, a Mulazzano Ponte, di Donatella ed Egidio Manzini, tra pasta e torta fritta fatte in casa, salumi dei migliori produttori e tante altre bontà. Altra degustazione al Prosciuttificio Conti a conduzione familiare, gestito da tutte donne, a Langhirano, a circa 25 minuti d’auto da Parma città.

A completare il nostro tour, la prestigiosa Acetaia Picci di Marco Piccirilli dove si produce l’aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia .

Da non perdere le passeggiate nel cuore della città col Parma City Tour con partenze giornaliere alla scoperta di chiese, monumenti e palazzi accompagnati da guide esperte e competenti.

Basta rivolgersi all’ufficio informazioni turistiche del Comune di Parma che si trova nella centralissima piazza Garibaldi.

Per degustare favolose bontà consigliamo di fermarsi a La Forchetta, ristorante tipico e di pesce, a conduzione familiare, in un suggestivo borgo a pochi passi dal Duomo e dal Teatro Regio: qui il pane e la pasta vengono preparati in casa come una volta e lo chef Angelo Cammarata, di Agrigento, incanterà tutti con la sua arte. A gestire la sala è la moglie Natalia.

Di più. Altro locale consigliatissimo, sempre a conduzione familiare: Osteria Gatta Matta, con uno chef donna, Paola Pesce, e il marito Stefano Campri in sala, che segue anche la scelta di vini e birre artigianali: menu stagionali, pietanze tipiche, anche rivisitate, agnolini in brodo di cappone, piatti di verdure, baccalà, tutto fatto in casa, dalla pasta ai dolci.

Dulcis in fundo: doveroso un passaggio all’eccellente ristorante Parmigianino del Grand Hotel de la Ville di Parma, “è di altissimo livello e si distingue dagli altri hotel”, assicura il responsabile Cesare Mora, “la cucina è sia tradizionale parmigiana che contemporanea a base di pesce”. Assolutamente da provare.

Indirizzario Web:

  • Visita il sito web del Complesso Monumentale La Pilotta
  • Visita il sito web del Teatro Regio di Parma per visionare il calendario degli appuntamenti
  • Clicca qui per non perdere tutte le manifestazioni del Parma City of Gastronomy

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