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Sentieri d’acqua ad Asciano

di Redazione Ville&Casali

Sentieri d'acqua ad Asciano

Ci troviamo tra vigne, fattorie e casali, ad Asciano, nel cuore delle Crete Senesi, in quell’angolo di Toscana, celebrato da poeti e scrittori. Il podere Ascianello, oggetto dell’intervento di restauro eseguito dall’architetto Pietro Del Vaglio, sorge lungo la Strada Lauretana che collega Sinalunga ed Asciano ed è inserito in un paesaggio collinare, tra crete e campi coltivati, dove dolci pendii attraversano lo sguardo senza soluzione di continuità. L’intervento di riconversione del vecchio casale è stato molto accurato, in bilico tra il rispetto verso la struttura originaria e un gioco più libero di volumi. La percezione d’insieme non si è voluta modificare più di tanto. L’architettura dell’edificio era originariamente caratterizzata, come la maggior parte dei casolari circostanti, da annessi e aggregazioni continue che sono lo specchio della storia e delle abitudini della tradizione contadina locale.

Il complesso, risalente agli inizi del 1600, era formato da un nucleo centrale di circa 450 metri quadri, costituito da alloggi per i contadini i quali lavoravano nei campi circostanti nella raccolta del grano; il complesso è andato a poco a poco ampliandosi sino al 1890, quando si ebbe un’espansione più consistente dovuta ad esigenze logistiche di nuove colture: sul lato sud, vennero aggiunte le scale di accesso ai nuclei abitativi, poste ai lati dello stallino per il bestiame, mentre sul fronte nord-ovest fu costruita la sala di essiccazione per il tabacco, con le volte a crociera e poggiata su colonne ottagonali. Il recupero dell’edificio è iniziato dalla rivalorizzazione formale delle facciate, seguendo, assecondando e reinterpretando il naturale disordine della texture originaria grazie al metodo dell’opus incertum. Il binomio tra edificio e paesaggio circostante risulta essere ancor più marcato dalla scelta progettuale di “poggiare” la costruzione su di una piattaforma di lastre in travertino che favorisce l’annullamento percettivo della distanza tra “costruito” e “non costruito”.

L’unione tra interno ed esterno è stata mediata dall’architetto Del Vaglio attraverso un elemento importante della progettazione, ovvero l’acqua: l’ingresso alla casa è, infatti, ora caratterizzato da un ruscello che ‘nasce’ dalla fontana posta al centro dell’ingresso, scorre in un ‘letto’ di travertino all’esterno, si getta metaforicamente verso la piscina e rientra verso l’interno della casa nella vasca idromassaggio della spa posizionata sul lato meridionale del complesso. All’interno, la scelta dei materiali si sposa con la tradizione dei materiali tipici contadini rivisitati nella contemporaneità dei giorni d’oggi. La pavimentazione a piano terra è in coccio pesto con inserti in travertino, mentre la muratura, sia quella a sasso che quella intonacata, è stata trattata con le resine tecnologicamente più avanzate. Le pareti dell’essiccatoio (trasformato da Del Vaglio nel salone principale della casa) sono decorate con una tecnica a sgraffito della creta sanguigna incisa in losanghe bicolore, ispirata agli ornamenti delle case patrizie. Questi lavori sono stati eseguiti dall’atelier Paolo Flori, di Firenze. Il salone è ripartito in due ambiti distinti con arredi su misura che suddividono lo spazio in maniera non invasiva, in modo che ne possa beneficiare la percezione dello spazio dell’intero salone.

Le tonalità dei colori utilizzate, sia nell’ebanisteria che nei tessuti delle sedute, convogliano le sensazioni dallo spazio esterno verso l’interno. Le stalle, poi, posizionate sul fronte sud, sono state trasformate nella cucina: uno spazio conviviale dove elementi di alta tecnologia, miscelati con materiali caldi e tradizionali, danno vita ad ambiti e funzioni che compongono uno spazio unico, dilatato verso l’esterno grazie ad una generosa apertura che incornicia ad arco la vista sulle essenze del giardino. Al primo piano, le camere della zona notte sono caratterizzate da un salottino e da un corridoio illuminati in modo discreto grazie ad apparecchi completamente integrati nell’incasso della muratura, che annullano il superfluo, ed esaltano la consapevole irregolarità tattile della parete.

Le dieci camere, dedicate ai dieci corsi d’acqua più caratteristici della zona, hanno tagli e caratteri differenti l’una dalle altre grazie alle diverse altezze del soffitto (trattato con travi a vista che ben dialogano con la pavimentazione in parquet) e alle combinazioni tra textures tessili di rivestimento e opere d’arte a parete che ‘accompagnano’ la vista verso scorci di paesaggio inquadrati da delicati profili in bronzo. Soprattutto dalla camera padronale posizionata nell’angolo sud-ovest della casa, si può osservare la disposizione esterna del giardino, caratterizzata dalla presenza di due annessi con struttura a capanna, uno congiunto alla piscina, l’altro all’accoglienza, collegati da semplici ma evocativi percorsi pedonali in travertino, posati a secco sul prato.

Di Aldo Mazzolani
Foto di Corrado Bonomo

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