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La dinamica delle idee a Roma

di Redazione Ville&Casali

La dinamica delle idee a Roma

Arredare una casa significa lavorare con le emozioni, dare forma a contenitori di sentimenti, ire, passioni, umori, entrare nella sfera privata di chi la abiterà. La casa è lo scrigno della vita, sosteneva Le Corbusier. Francesca, Luisa e Selvaggia, inseparabili amiche dall’età di quattro anni, per lungo tempo hanno coltivato insieme la passione per l’arredo, in ogni sua sfumatura, tanto che oggi rappresentano al meglio, all’interno del loro negozio di via Giulia, a Roma, i mille volti del design, della ricerca, dell’estetica mai urlata ma sempre assecondata con gusto e armonia.

Il fermento creativo delle tre amiche, che s’intreccia rispettivamente con la loro principale attività di avvocato, di gestore di un’attività agrituristica e di architetto, restituisce vita a oggetti o semplicemente mobili e accessori ai quali dedicare il lavoro certosino del restyling. Per questo motivo, ogni due mesi le tre amiche partono con un furgoncino alla volta dei mercatini d’arredo e di antiquariato di Belgio, Francia e Olanda. “A volte basta poco per cambiare volto a una stanza o a un ambiente domestico. Molto spesso è proprio il passato che ci viene in aiuto con il tocco senza tempo di chi ha attraversato le epoche”, dice Francesca. Ed è partendo da questo assunto che l’avvocato-designer ha ristrutturato e arredato la sua abitazione nel centro storico di Roma, dove vive con i due bambini.

Le sue opere riuniscono in oggetti domestici la teoria e la pratica del fare: il segno del designer con la manualità dell’artigiano. Non si fa fatica a immaginarla mentre sposta vecchi mobili, smonta porte, smura finestre. Mentre approvvigiona il suo personalissimo magazzino. Qui, tra cumuli di arredi in disuso, nascono le sue idee; molte sperimentate in loco. A filtrare tutto c’è la sua personalità, l’uso dei colori, le azioni compiute sui materiali. Specialmente legni e metalli. Il risultato sono mobili dalle sembianze familiari che nascono per essere utili, per ottimizzare lo spazio, per evitare lo spreco. Si tratta di armadi, contenitori, tavoli, porte, letti, lampade che facilmente si sono adattati alla sua casa.

Ne è nata, quindi, un’abitazione ricca ma non sovraccarica, un luogo di impatto visivo ma al contempo caldo e accogliente. Gli ambienti sono fluidi, versatili, compenetrati uno nell’altro in modo quasi naturale a formare uno spazio unitario ma contraddistinto da luoghi specifici: luoghi tradizionali della casa, ancora perfettamente riconoscibili nei loro caratteri, distinti ma unificati. All’interno dell’ampia zona living, con soffitti a cassettone, dipinti di bianco e alti 5,20 metri, convivono oggetti di ogni tipo, dalla vecchia mangiatoia in ferro battuto, adibita ora a consolle, alle tende bianche e beige che sono state realizzate da Francesca unendo un comunissimo sacco di juta con il velluto.

L’estro e la creatività di Francesca sono riconoscibili anche nella decorazione delle pareti, fatta a rombi dipinti di bianco e di grigio nella camera da letto padronale, a strisce bianche e rosse nella stanza dei bambini e con la carta da parati della designer inglese Louis Body nei bagni. Anche la cucina, poi, è stata realizzata su suo disegno, con il pavimento in pietra rossa, di Stone, e il piano in marmo nero assoluto, dell’artigiano Vitaliano Chiodo. Una casa, nel complesso, contraddistinta da ambienti precisi, riconoscibili, emotivamente rassicuranti anche se reinterpretati secondo gusti e stili di vita contemporanei. La casa tradizionale è ancora visibile e percepibile, anche se interamente rivisitata in tutte le sue espressioni formali e concettuali.

di Aldo Mazzolani
foto di Corrado Bonomo

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