Effetti teatrali in Maremma

di Redazione Ville&Casali

veduta esterna

Per suscitare emozioni mutevoli e inattese, l’architetto Marco Matteucci ha organizzato una grande villa in Maremma, tra le colline di Gavorrano, inserendo pezzi d’arredo dalla forte personalità e artigianato d’autore. Con un tocco di ironia.

Attorno, solo spazio e silenzio. La calma senza tempo della Maremma toscana. La fattoria appare all’improvviso e, dietro il cancello segnato dal tempo, si stagliano uno scenario inatteso e un’atmosfera magica: adagiata tra il mare di Punta Ala e le colline metallifere di Gavorrano, c’è l’antica Fattoria di Camporotondo, che si estende su una superficie di 250 ettari circa, disegnata con viali di cipressi, pini marittimi, filari di ulivi che interrompono la prospettiva visiva in una serie di quinte che si ripetono ad intervalli.

Acquistata sei anni fa da un lungimirante e noto imprenditore veneto, la fattoria è stata trasformata da azienda zootecnica in azienda vitivinicola. Al centro della fattoria si trova la villa padronale, adornata da due piccoli cannoni di origine ottocentesca, immersa e racchiusa nel suo parco, completamente ristrutturata dall’architetto Marco Matteucci in cinque anni di lavori. Soltanto le facciate, realizzate nel color ocra, con un intonaco a calce, “alla pezza” come si usava fare nel secolo scorso, le altezze e le aperture delle finestre sono state conservate, seguendo la tradizione locale.

A volte è anche una questione di coraggio. Non è facile riuscire a far convivere pezzi come l’originale divano Aster Papposus, di Edra, o la particolarissima libreria Flying Circles, di Massimo Campagna per Ceccotti, in un’antica villa, senza alterarne l’atmosfera. Il layout interno è stato curato quindi nei minimi dettagli, avvalendosi anche di oggetti, arredi e materiali di numerose aziende del settore. In veste di interior designer, l’architetto Marco Matteucci ha mischiato vecchio e nuovo, deformato o ampliato le dimensioni, esaltando i contrasti e le linee dell’edificio. Con la sua solita ironia, supportata dalla consueta capacità.

L’ingresso, a doppia altezza, di circa sessanta metri quadri, è arredato in stile contemporaneo, con un camino in travertino di 160×180 cm; dall’atrio d’ingresso si passa al salone, anch’esso di ampia metratura (circa 110 mq), di forma regolare quadrata, con soffitti alti 5,50 metri. I volumi giganteschi, uniti alle caratteristiche strutturali aggressive, potrebbero far pensare a un’atmosfera fredda e dispersiva. Ma è tutt’altro che così. Questo ambiente è provvisto di numerose aperture verso l’esterno e comprende mobili antichi, tappeti straordinari, oggetti raffinati.

Lo stesso soggiorno e l’atrio hanno i solai in legno, decorati secondo i canoni e le tradizioni di fine secolo scorso, completamente realizzati a mano da un artigiano senese di fama internazionale, Mario Voltolini, che ha impreziosito le pareti e tutti i soffitti dei piani nobili della villa, i salotti del piano terra e l’appartamento nobile del secondo piano.

Al piano terra, voltando a destra dell’atrio, si entra nello studio e tramite questo ambiente si accede ai servizi; proseguendo si entra nel soggiorno-pranzo, con camino e uno spettacolare arco in mattoni. A fianco della sala da pranzo, ci sono i servizi, ai quali si accede tramite corridoi, la cucina e la dispensa. Tutto il piano terra è dotato di pavimenti in cotto antico recuperato e di impianto di riscaldamento radiante sotto il pavimento.

Da tutti gli ambienti del piano terra si può uscire nel giardino tramite porte-finestra in legno e vetro, mentre la privacy è garantita da un impianto di allarme sofisticato e da tendaggi moderni. L’illuminazione del piano terra, ma anche di tutto il resto della casa, è stata affidata alla ditta Seguso di Murano e alla Fontana Arte di Milano, splendido contrasto e concentrato di arte e vetro, antico e moderno insieme.

Tornando nell’atrio, utilizzando la splendida scala in legno, ornata di ringhiera in ghisa, si percorre la torre, in pietra faccia a vista, e si sale al primo piano, costituito da un soggiorno ampio, con camino, e da quattro suites, ognuna delle quali con bagno interno, e vista meravigliosa sul parco e sui vigneti dello stesso. Questo primo livello, in cui i pavimenti in legno sono tutti firmati da Mogentale, ha anche un accesso esterno indipendente, in modo che, volendo, ci si può isolare e essere indipendenti semplicemente chiudendo a chiave l’accesso dalla torre.

Invece, salendo ancora sulla torre, si può leggere un libro o fumare un sigaro nel cosiddetto ‘pensatoio’, locale di avvistamento situato nell’ingresso dell’abitazione, dal quale si controlla sia l’esterno che l’interno della villa.

Ma è il secondo piano, costituito dall’appartamento padronale, a rappresentare il fiore all’occhiello della casa, grazie ai suoi soffitti, pareti e pavimenti in legno completamente decorati, ai bagni con mosaici Sicis, a tutti i dettagli d’arredo preziosi ed eleganti. E poi la terrazza, la scala in ghisa per i merli, la vista senza confine a 360°, all’infinito.

Anche nel parco non finiscono le sorprese, visto che l’architetto Matteucci ha creato, nella vecchia aia, un’antica osteria, dove poter mangiare intorno ad un grande camino toscano. Il locale è scuro, annerito dalla cenere, il cotto del pavimento ha perso il trattamento. Tutto voluto. E sull’aia c’è il barbecue, il forno per la pizza, il braciere per le castagne, la pergola con i tavoli realizzati dal maestro Sbarluzzi di Pienza, e protetta da piante locali, completamente nella privacy, la piscina rivestita in mosaico Sicis, dotata di spogliatoi e pergolati dedicati.

Un’abitazione nel complesso sorprendente ma senza pretenziosità, con uno spirito contemporaneo che sa integrare il passato. Una casa vera e vissuta, che dimostra come, anche con oggetti del nostro tempo, sia possibile valorizzare un contesto classico. Rispettando il passato ma senza rassegnarsi a vivere in un museo.

Di Aldo Mazzolani

Foto di Corrado Bonomo

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