Arte barocca: la passione dell’antiquario Giovanni Pratesi

di Redazione Ville&Casali

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La bottega antiquaria di Giovanni Pratesi, appassionato di arte barocca, conserva pregevoli sculture ed opere d’arte del cinquecento e del seicento, nel cuore di Firenze.

Ci sono luoghi unici, che già al primo sguardo trasmettono un’aura di solennità e di sopita magia. Uno di questi è la galleria di Giovanni Pratesi, noto antiquario fiorentino specializzato in arte e scultura del ‘500 e del ‘600.

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Giovanni Pratesi

È una passione per l’arte del passato nata quasi per caso. Pratesi, per molti anni presidente dell’Associazione Antiquari d’Italia, svolge la sua attività presso la galleria in via Maggio 13, nel cuore di Firenze.

Compravo e vendevo francobolli”, racconta a Ville&Casali il noto antiquario, “fino a quando un giorno decisi di acquistare gli arredi di un’abitazione di Loppiano. La casa, di proprietà dei Focolarini, era una bella villa del ‘500 e visitandola mi innamorai di mobili e suppellettili. All’epoca non avevo nozione di antiquariato, ero guidato da puro istinto”.

Erano i primi anni ’60 e Pratesi inizia a raccogliere mobili e oggetti del ‘500 e del ‘600.

A quei tempi”, prosegue, “il ‘600 fiorentino non era molto richiesto, così potei trovare molti pezzi interessanti a ottimi prezzi. Riuscivo a fare delle belle raccolte investendo somme non impegnative”.

Una passione bruciante per l’arte barocca

Quello che era un interesse mosso da curiosità si trasformò ben presto in una passione totalizzante.

Capii finalmente cosa volevo fare davvero nella vita, cosa amavo al di sopra di ogni cosa”, dichiara Pratesi. “L’essenza di questo lavoro è per me la scoperta, è come uno stato di estasi, di perenne vacanza alla ricerca di qualche pezzo unico. Provo grande piacere nel pulire e restaurare gli oggetti per riportarli all’antico splendore. Oggi ricerco soprattutto l’arte barocca, che in Italia è sottostimata, con incursioni nel ‘500”.

Il mercato attuale è composto soprattutto da collezionisti privati, sia italiani che stranieri, grandi appassionati di arte antica. Molte opere Pratesi le vende anche ai musei, come Palazzo Pitti o il museo di Capodimonte.

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Compro principalmente alle grandi aste”, prosegue Pratesi, “ma visito anche le grandi manifestazioni come la era antiquaria di Maastricht, la più grande al mondo, la Biennale di Parigi e quella di Palazzo Corsini. Un tempo viaggiavo di più, ora sono diventato più stanziale e selettivo. Spesso le famiglie si rivolgono a me anche per avere una stima di oggetti e arredi antichi ereditati”.

L’antiquariato è anche sintesi

Per fare questo lavoro serve una grande capacità di sintesi”, precisa, “in pochi minuti occorre valutare la rarità, l’importanza e lo stato di conservazione dell’opera che si ha di fronte. Un mix di competenza, istinto e conoscenze tecniche”.

arte-barocca3Passeggiare per la galleria di Pratesi è come visitare un museo privato, quella che i tedeschi chiamavano Wunderkammer, la camera delle meraviglie: quadri, sculture, antichi oggetti conservano tutto il fascino del loro tempo e anche il mistero.

Dietro ogni oggetto si nasconde una storia, come quella del busto “che si credeva di Luigi XIV, comprato a Bruxelles”, racconta Giovanni Pratesi. “Io però non ero convinto che si trattasse del re di Francia, così feci il confronto con il personaggio ritratto su una medaglia che possedevo. Risultò che si trattava della stessa persona: la voce bianca di Gaetano Berenstadt, vissuto alla ne del ‘600, cantante presso la corte medicea. Il busto era il suo ritratto”.

Bella e interessante la storia di una lupa di bronzo con al collo l’emblema di casa Medici, commissionata nel 1565 da Cosimo I, dopo la presa della città di Siena. È stata esposta agli Uffizi in occasione della mostra dedicata a Giorgio Vasari.

E, ancora, in galleria si possono ammirare una Venere accosciata in marmo, un medagliere mediceo, pregevoli dipinti e numerose altre sculture.

“Oggi la scultura è molto ricercata, conclude Pratesi, “perché sottostimata rispetto al valore e alla rarità”.

Insomma, il fascino misterioso dell’arte del passato non passa mai di moda.

 

 

 

A cura di Francesca Pierpaoli

foto di Massimo Listri

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