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Il Montefeltro rinasce grazie a Raffaello

di Alessandro Luongo

Il Montefeltro rinasce grazie a Raffaello

Non tutti sanno che dietro il dipinto più famoso ed enigmatico della storia dell’arte italiana, “La Gioconda” di Leonardo da Vinci, c’è il Montefeltro, terra nativa del grande poeta rinascimentale scomparso 500 anni fa.

Il cinquecentesimo anniversario della morte del grande maestro rinascimentale sta facendo scoprire una regione con tanti tesori.

Tanti gli eventi celebrativi in programma nel 2020.

Con una meticolosa ricerca scientifica due studiose, Olivia Nesci e Rosetta Borchia, hanno individuato il paesaggio che si trova sullo sfondo del dipinto custodito al Louvre di Parigi.
Secondo le due esperte, quei monti e quelle valli, quei fiumi, quei massi e il famoso ponte, sono individuabili nel territorio della Valmarecchia o – più precisamente – nell’antico Ducato di Urbino.

Carte alla mano, fotografie, ingrandimenti, vedute aeree, mappe dell’epoca, il paesaggio tratteggiato da Leonardo altro non è che quello di Pennabilli e di Casteldelci, dei sassi Simone e Simoncello, di Bascio e di Gattara, del fiume Marecchia, del monte Aquilone, del torrente Senatello.

E se il paesaggio non è subito riconoscibile, dipende solo dal “codice” usato da Leonardo, che le due studiose chiamano “compressione”.
I monti e le valli non sono dipinti in maniera fotografica, ma con un effetto di “restringimento” dei luoghi, che vengono così ravvicinati in senso orizzontale, creando una rappresentazione prospettica originale.
Identificato il codice e “distesi” i paesaggi compressi, i luoghi ritornano nella loro forma reale, pienamente identificabile.

Estratto Ville&Casali febbraio 2020

Il Montefeltro rinasce grazie a Raffaello

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