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Progetto insolito in un giardino azteco

di Redazione Ville&Casali

L'impressione è quella di trovarsi in un microcosmo verde in cui le piante sono curate e rigogliose

In una valle anticamente abitata dagli Aztechi, un giovane architetto ha realizzato per una coppia di americani un giardino colorato e accattivante che circonda il lago

Una storia esemplare e eccezionale: “Le regole su cui ci basiamo nel nostro lavoro”, afferma l’architetto Mario Schjetnan, “vanno nella direzione di rispettare le specie floreali preesistenti, specialmente quando sono di valore naturale o storico e, poiché in questo terreno la vegetazione è densa e imponente, la prima cosa cui abbiamo pensato è stato di compiere un rilevamento dettagliato delle piante esistenti”.

Da qui ha quindi preso le mosse l’architetto Scjetnan nella realizzazione di un grande giardino azteco, a Malinalco, in Messico, circondato da un ampio bacino lacustre, in una zona di grande valore storico (visto che in passato fu abitata dagli Aztechi) e culturale, ricca come è di templi e monasteri. Queste ragioni, insieme con l’esuberanza della flora, hanno indotto una coppia di americani in pensione ad acquistare una residenza e il lotto adiacente. Lo scopo era chiaro fin dall’inizio: dilatare la casa tra gli alberi, senza toccare questi ultimi.

“Abbiamo misurato i tronchi e le dimensioni delle chiome, per essere sicuri che avremmo lasciato spazio sufficiente attorno a loro”, afferma l’architetto. La disposizione generale del progetto è stata articolata sui tre spiazzi esistenti nella vegetazione. Qui si sono ubicati corpi di fabbrica semiautonomi, raccordati da passaggi che ne fanno un unico organismo.

“La comunicazione con gli spazi esterni è un tema dominante dell’architettura messicana”, riprende Schjetnan. “Le residenze sono pensate come costituite da ambienti dove il confine tra interno ed esterno non è definito. La continuità tra architettura e natura è leggibile nei patii, nelle terrazze e nei passaggi coperti”. 

Si accede alla proprietà da un portone sovrastato da una torretta semicircolare e una volta dentro sembra di essere fuori dal mondo. Immediatamente si è circondati da palme, felci, alberi da frutto, rose, begonie, strelitzie e Anthurium. Queste ultime, di diversi colori, sono coltivate in vasi collocati nelle antiche mangiatoie in pietra di fronte alla casa e sulle piattaforme in legno, tipiche di questa regione del Messico. I balconi qui sono chiusi da vetrate che creano un delizioso corridoio luminoso, usato come una galleria d’arte.

Questo primo giardino è dedicato agli ospiti ed è provvisto di grandi aiuole che interrompono una pavimentazione realizzata con piastrelle di cemento e ciottoli. Panche in legno e ferro e una fontana colorata completano gli spazi, mentre, verso sud, la piccola casetta degli attrezzi, circondata da aspidistre, chiude lo spazio ‘pubblico’. 

In fondo al giardino, a lato della scala esterna in legno colorato di verde che porta al primo piano, un passaggio coperto conduce ad un secondo giardino, quello ‘privato’, dove si affaccia lo studio dei proprietari. L’impressione è quella di trovarsi in un microcosmo verde: le piante sono rigogliose e curate, gli oggetti hanno una storia e vivono anche nel giardino.

La gestione del verde è di tipo pittorico: le erbe che crescono tra le pietre della pavimentazione vengono tolte, tranne nella parte più vicina ai muri e ai vasi di cotto dove fanno bordura. E nei vasi sono messe quasi soltanto piante erbacee di foglia piccola capaci di creare nuvole di verde impalpabile. Seguendo una tradizione messicana risalente ai miti del passato, dove tutto sembra naturale, spontaneo e gestito solamente dalla natura. In questo scenario non poteva mancare un esempio di arredo campestre, anche se minimale.

Sullo sfondo di muri di pietra perfettamente conservati o in romantico disfacimento, coperti in parte da un verde esuberante che spunta e si arrampica dappertutto, ecco presentarsi nella loro accattivante modestia i mobili in ferro da giardino. Tutto il progetto è molto “guidato” dall’uomo, in un percorso sinuoso e digradante verso il lago, interamente segnato dagli elementi architettonici: gli splendidi gradini a semicerchio che riprendono la forma delle curve del sentiero e un lato della stessa piscina, i muri di contenimento che lasciano spazio a inserimenti verdi “mirati” al terreno a disposizione, i vasi che sembrano dare un ritmo musicale al giardino… Gli arredi, gradevoli, eleganti e molto presenti, completano il progetto che sicuramente antepone la vivibilità alla spontaneità vegetale, ma che riesce in modo straordinario a rendere comunque l’insieme, paradossalmente, molto armonico e “naturale”.

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