Dimora storica: un palazzo segreto in Salento
Questa è la storia di una famiglia, di una dimora storica che in realtà è un palazzo segreto del Salento e di un sogno diventato realtà. “La nostra vita professionale è molto assorbente, abbiamo poco tempo libero e per questo motivo quando siamo in vacanza siamo molto esigenti”, spiega a Ville&Casali, il proprietario, un professionista di Milano con moglie e due figli grandi. “Il Palazzo segreto è la dimora di un fattore nel centro di un piccolo borgo (San Cassiano) nel cuore del Salento leccese, la punta estrema di quel promontorio che fa da divisione fra i due mari Adriatico e Ionio e che rende così simile il clima del Salento a quello di un’isola”.
La storia dei palazzi segreti

Perché in ciascun borgo di palazzo vero e proprio ce ne doveva essere uno solo, quello della famiglia nobile: palazzo di rappresentanza, palazzo tutto proiettato verso l’esterno, molto museo e poco abitazione. I palazzi segreti dei fattori sono invece l’esatto contrario dei palazzi dei nobili: hanno tutti una piccola facciata e si sviluppano poi sul retro delle case attigue così da non lasciare prefigurare la loro reale dimensione ed i loro agi. Non devono rappresentare nulla, ma solo accogliere e mantenere il loro segreto.”
Il rudere abbandonato

La dimora storica rivive

La rinascita di Don Totu

La gestione di Don Totu sarebbe stata affidata a persone del luogo, anche se prive di esperienza nel settore alberghiero. Avrebbero dovuto essere persone giovani, appassionate della loro terra e delle sue tradizioni, orgogliose del progetto di restituire a San Cassiano un pezzo delle sue radici. Il professore andò a parlare con il sindaco, che indicò una giovane ragazza coinvolta in molte iniziative di volontariato finalizzate a recuperare le tradizioni storiche dei luoghi, laureata in economia del turismo. Non aveva esperienza e così decidemmo per il primo anno di affiancarle un collaboratore esterno – di grande esperienza nella gestione di strutture alberghiere e che veniva dal nord (privo di conoscenza del Salento).
Collaboratori locali

Anche la scelta dei collaboratori per la cucina, le pulizie, il servizio di assistenza alla piscina, alla spa e alla palestra, la gestione del giardino aveva seguito la stessa logica, tutte maestranze giovani di San Cassiano, per le quali Don Totu sarebbe stato il riferimento. I Salentini sono una popolazione tenace, orgogliosa e molto gentile, ma non facile. Tutti dovevano capire che erano parte di un progetto di ospitalità in grado di offrire all’ospite ciò di cui ha bisogno prima che debba chiederlo, di garantire sempre la cura del dettaglio. Dovevano capire che la gentilezza non era sufficiente, che l’ospitalità è una gentilezza disciplinata, naturale ma attenta, discreta e continua. Per ottenere questo occorreva qualcuno che dal basso, non dall’alto, diffondesse la cultura dell’ospitalità, attraverso l’esempio. Lo abbiamo trovato: un giovane di San Cassiano con esperienza in alberghi di lusso in Svizzera.
Un amore per il dettaglio
Da quel momento, la sfida di trasformare la gentilezza innata delle persone che lavoravano per Don Totu in professionalità era vinta. La squadra funzionava, con passione, semplicità, soddisfazione di vedere giorno dopo giorno i clienti conquistati dall’atmosfera del luogo. Tutti orgogliosi del fatto che non vi fosse nulla di finto, di importato. Che il palazzo segreto tornasse a nuova vita.”.
Gli ospiti il primo giorno sono conquistati dal luogo ed il secondo dall’ospitalità. Scoprono attraverso la cura del dettaglio e l’estrema semplicità l’anima del Palazzo, la dimensione del buon vivere. Tanti sono i clienti che dopo aver prenotato solo qualche giorno a Don Totu, sulla base di un itinerario di viaggio più lungo in Salento, hanno rinunciato ad altre tappe perché hanno trovato in Don Totu ciò che altrove non c’è. Il sogno è servito.
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Adattato da un testo di MARIELLA GUIDI
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