Sardegna Organica
A Capriccioli, in Costa Smeralda, una villa firmata da Jacques Couëlle è stata ‘affiancata’ da una nuova costruzione. Un’architettura contemporanea, progettata dallo studio dell’architetto Cecilia Olivieri, fortemente connessa con il paesaggio
Nella parte della Sardegna in cui la costa sinuosa accompagna lo sguardo fino alla suggestiva isola di Tavolara, una casa plasmata dal vento è stata oggetto di un importante intervento. Nel rispetto della storia del luogo e della sua identità paesaggistica e culturale, il lavoro ha previsto il mantenimento e la valorizzazione di una preesistenza architettonica firmata da Jacques Couëlle, uno dei progettisti chiave dello sviluppo della Costa Smeralda, noto per la capacità di fare architettura con gli strumenti di uno scultore. La struttura organica, profondamente radicata nel territorio gallurese, è stata affiancata da una nuova costruzione capace di dialogare con essa in modo misurato e rispettoso. Il risultato è stata la sintesi equilibrata tra diversi linguaggi espressivi e una risposta contemporanea alle esigenze abitative attuali. “La sfida principale è stata quella di accogliere le specifiche richieste e le esigenze dei committenti”, spiega l’architetto Olivieri, “profondamente appassionati di architettura e arte contemporanea, hanno cercato una dimora capace di riflettere il loro gusto raffinato e le esigenze di una famiglia numerosa e dinamica”. Il progetto si sviluppa in armonia con la morfologia naturale del terreno, distribuendosi su due livelli.
Il grande portone d’ingresso, uno degli elementi più emblematici della casa. Costruito con pannellature in legno di spessore variabile presenta dei motivi geometrici astratti finemente lavorati.
Il piano terra si configura come soglia sottile tra natura e architettura, ed è uno spazio che non si limita a ‘occupare’ il suolo, ma cerca con esso una relazione empatica. La configurazione del volume asseconda la morfologia del terreno, inserendosi tra le rocce affioranti e gli alberi preesistenti, ma con rispetto e senza forzature. Rivestimenti in granito locale, legno di castagno e cromie terrose permettono all’edificio di dialogare con il contesto senza mimetizzarsi. Il limite tra interno ed esterno è mediato da aperture sapientemente orientate, che incorniciano elementi puntuali del paesaggio. Il fulcro del piano terra è rappresentato da uno spazio comune che, oltre a svolgere un ruolo funzionale nella distribuzione, si configura come una vera e propria soglia di transizione tra il giardino e le camere da letto. Pensato come un ampio portico coperto, chiuso da vetrate a tutta altezza, è un luogo in cui la vita familiare prende forma in modo informale. Il primo piano è concepito come una grande veranda affacciata sul mare, un piano sospeso che raccoglie gli spazi più rappresentativi e vissuti della casa. Al suo interno trovano posto la camera padronale, la cucina, il soggiorno e l’area barbecue, disposti in sequenza continua lungo un asse orientato verso sud. Grande attenzione è stata dedicata al design degli interni, studiati con materiali locali selezionati per le loro qualità estetiche e la loro forte connessione con il territorio. Un progetto in equilibrio fra apertura e protezione, fra trasparenza e riparo. Un’architettura capace di articolare le relazioni tra i suoi abitanti e il paesaggio, accompagnando con misura i diversi momenti dell’abitare.
Articolo pubblicato sullo Speciale Architetti 2025
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