Sulla tolda di una “nave” a Ortigia

di Redazione Ville&Casali

Sulla tolda di una nave a Ortigia

La villa è lineare, sobria ed accogliente. È stata costruita sull’area di Epipoli (la “città che sta sopra”), su di una lingua di terreno di 1400 mq. che si affaccia sul Porto Grande di Siracusa e guarda verso la punta estrema di Ortigia. I proprietari, due giovani professionisti, Valentina Romano e Lino De Grande, tre anni fa chiamano un noto architetto siracusano, Mario Rizza, per realizzare un progetto con l’idea che debba trattarsi di una casa aperta all’esterno e vissuta in contaminazione con l’ambiente circostante.

Cercando di utilizzare forme e volumi puri”, spiega a Ville&Casali l’architetto Mario Rizza, “il progetto ricostruisce l’intero involucro al fine di concepire una casa non come uno spazio rinchiuso in una scatola, ma come rottura della stessa, riorganizzando gli elementi che la compongono attorno ad un asse centrale e procedendo al loro assemblaggio essenziale”. “Tutto nasce”, aggiunge l’architetto, “dall’individuazione di un punto focale, un elemento monolitico cui si avvolge una scala elicoidale e da cui si articola l’intero spazio, generando attorno forme, ombre e tagli dai quali è facile scorgere ed individuare tutti gli ambienti”.

La scala è concepita come la spirale che rigenera lo spazio e rappresenta l’elemento cardine nel rapporto tridimensionale della casa; da lì si origina e si sviluppa la vita interna ed esterna dell’abitazione, resa possibile da grandi vetrate. La mancanza di pareti tra il living, la zona pranzo e la cucina ha permesso di creare un open space, in cui tutti gli ambienti sono vissuti. I proprietari hanno scelto di arredarli con pavimento in teak e con mobili bianchi, tutti realizzati da grandi designer italiani, in modo da diffondere un’atmosfera moderna, ma non fredda.

Anche i quadri moderni, di artisti locali, come Chisesi e Ciacciofera, o il tappeto nel living di Paola Lenti, modello Deep, danno calore alla casa. Gli angoli più vissuti all’esterno sono il patio di fronte alla cucina, dove è stato posto un tavolo di ferro di Porro, attorno al quale possono comodamente sedersi 12 persone, dominato dalla vista di un gigantesco carrubo centenario (acquistato presso il vivaio di Valeria Fausta Careno a Scicli), oppure la piscina trapezoidale, senza scaletta, nella quale si entra o si esce come in una spiaggia. La villa e la piscina sembrano la tolda e la prua di una nave che punta verso Ortigia e dalla quale non si vorrebbe mai scendere.

testo di Enrico Morelli
foto di Corrado Bonomo

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