Cucina moderna al centro della casa
Ville&Casali pubblica due progetti di cucine che hanno vinto il Kitchen Design Contest dello scorso settembre svoltosi a Scottsdale, Arizona. Alla competizione organizzata dalla Sub-Zero and Wolf, industria leader nel mondo della refrigerazione e dei forni da cucina hanno partecipato 1700 designer ed architetti rappresenanti 48 stati americani e 16 altri Paesi.
Ecco la cucina realizzata da Dovide Secter, vincitore del Contemporary Award. Ecco il primo…
Una cucina moderna e magica

Quindi la cucina deve servire a molteplici scopi. Deve avere un’estetica moderna e minimalista per mostrare il senso del design dell’architetto; deve servire a cucinare e a realizzare uno spazio per intrattenere una famiglia un po’ allargata; deve consentire un accesso facile alla dispensa in modo che gli utensili per la cucina, i libri e anche i giocattoli dei bambini possano essere custoditi quando arrivano i clienti.
Il massimo dell’efficienza

“Nascondino” in cucina
Per questo motivo la cucina è stata battezzata “hide and seek”, nascosta e a vista. La grande capacità innovativa ha reso famoso l’architetto Dovide Secter e il suo studio, Secter Design. “Talvolta i componenti di arredo pronti non soddisfano i nostri clienti”, spiega l’architetto Secter. “Trovare un divano, un tavolo o un lampadario e adattarlo al progetto può rivelarsi un compito arduo. Per questo motivo disegniamo e produciamo grazie ad artigiani locali pezzi unici che si adattano perfettamente agli spazi disponibili”. Secter collabora con il padre Lloyd, un noto architetto di Winnipeg con oltre mezzo secolo di esperienza. Gli abbiamo chiesto: “Quali sfide ha dovuto affrontare nel realizzare la cucina Hide and Seek?” “C’erano due sfide principali”, risponde l’architetto. “ Primo, creare un spazio che fosse molto funzionale e che sembrasse incontaminato e tranquillo. Secondo, poiché la casa è stata costruita in un piccolo lotto abbiamo dovuto affrontare molte costrizioni. Creare un ambiente che sembrava dilatarsi sembrava difficile in un piccolo spazio. Ma siamo riusciti a realizzarlo, mantenendo il senso dell’open”.
A cura di Enrico Morelli
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