Caffè e tè d’autore: dalla classica moka al design Starck

di Redazione Ville&Casali

caffé

Arredare la propria casa con oggetti di design vintage può essere un valore aggiunto per raggiungere un’invidiabile perfezione stilistica. Ed anche il caffè che si può lentamente preparare con una splendida moka napoletana può assumere un sapore straordinario.

Sinceramente non sappiamo ancora se una delle ultime “macchine per il caffè” in capsula – ormai di uso quotidiano nelle case e negli uffici – sarà premiata prima o poi col Compasso d’Oro.

Non abbiamo la sfera magica e, sinceramente, siamo abbastanza scettici che ciò possa accadere.

Di certo sappiamo che Riccardo Dalisi, quando progettò la sua inconfondibile “moka”, alla fine degli anni ’70, realizzò un oggetto di valore incommensurabile, bellissimo e affascinante nella sua eleganza, ma anche estremamente funzionale per produrre il miglior caffè alla napoletana. Un oggetto che ancora oggi è ricercato dai veri appassionati della bevanda – e non solo napoletani! – che la considerano il non-plus-ultra di una cultura del bere – anzi, del sorseggiare – che non ha eguali al mondo.

I chicchi verranno pure dal Brasile, ma immaginare la città partenopea senza il caffè autoctono è come immaginare Venezia senza l’acqua delle calli o New York senza grattacieli.

Napoli, in fondo, ha avuto la sua Regina già ai tempi della dominazione spagnola (Margherita, famosa anche per aver dato il suo nome alla pizza con pomodoro, mozzarella e basilico).

CaffèMa ora la vera Regina è la “Caffettiera Napoletana” di Dalisi, prodotta da Alessi, oggetto di culto che può essere esibita anche come soprammobile, visto il suo nobile pedigree e la vincita del prestigioso premio di design nel 1981.

Ovviamente nulla a che vedere con la classica e molto diffusa “moka” (Lavazza docet!) prodotta universalmente – anche in Cina – e venduta con forme assai simili e in vari formati, da 2 a 12 tazze di caffè, che sfrutta l’ebollizione dell’acqua per farla salire di livello passando nel filtro a imbuto riempito con caffè macinato, fino a farle raggiungere il serbatoio superiore.

Dalisi ha invece perfezionato la vecchia e storica caffettiera napoletana, che prevede la filtrazione a caduta dell’acqua calda dall’alto sul caffè macinato, dopo aver creato diversi prototipi, anche in latta, tutti funzionanti e alcuni ispirati all’immagine di Pulcinella.

La sua vera rivoluzione sta proprio nell’aver reinterpretato un oggetto di tradizione popolare con tecniche e materiali all’avanguardia. In un piccolo capolavoro che stupisce e affascina. A prescindere se piace o meno il caffè!

Mille euro per un servizio Suomi

caffèL’elegante servizio da tavola in porcellana Suomi creato per la Rosenthal unisce le forme tipiche di una scultura moderna alla cura di dettagli funzionali, caratteristiche dei progetti di Timo Sarpaneva, designer e scultore finlandese e tra i più influenti dello stile scandinavo.

Sarpaneva inizia a lavorare ai Suomi nel 1972 realizzando campioni in legno lavorato e solo quattro anni dopo riesce a de nirne la forma e la finitura del materiale.

Nel 1976 la linea viene commercializzata in tutto il mondo e raggiunge uno straordinario successo commerciale, tanto da essere esposta in forma permanente al Centro Georges Pompidou di Parigi.

Il servizio è elegante e pratico, di facile uso e il design combina un cerchio con un profilo composto di quattro lati e quattro angoli arrotondati, garantendo la facilità nello stivaggio, un buon volume interno e una presa efficace e sicura.

Il prezzo di acquisto per un servizio da thè per 6 persone si aggira intorno ai mille euro, ma sono disponibili anche tazzine da caffè e piatti di varie misure, per comporre set personalizzati sulle esigenze degli acquirenti.

È l’ora del tè di Starck

CaffèPerfetto, vicino di… scaffale in cucina della caffettiera di Dalisi è il bollitore “Hot Bertaa” di Starck, sempre per Alessi.

In questo caso il progetto è appena più recente (risale a circa trent’anni fa) e si basa sulla perfetta fusione di un contenitore di alluminio a base triangolare, che si sviluppa in verticale con una leggera curva, e nel quale è incastrato trasversalmente un tubo conico in plastica di diametro differenziato che lo passa da parte a parte e svolge due compiti fondamentali: manico per il sostegno e beccuccio per lo sversamento del liquido che si riscalda (acqua, latte, vino ecc.).

Poche linee essenziali per un oggetto di alta classe, nello stile che Philippe Starck ci ha insegnato ad apprezzare in tutte le sue geniali realizzazioni, dalla sedia Masters al divanetto “Bubble Club”, interamente realizzato in materiale plastico e adatto anche ad un uso in esterno.

Ma la sua infinita produzione meriterebbe molto spazio e dobbiamo fermarci qui, con la promessa di riprendere il discorso a lui dedicato in altre future rubriche.

 

 

 

A cura di Paolo De Petris
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