Pubblicità
Pubblicità

Terrazzo a cielo aperto a Torino

di Redazione Ville&Casali

Terrazzo a cielo aperto a Torino

Da grigio e anonimo terrazzo, a rigogliosa casa verde, sotto il cielo di Torino. Il progetto curato dall’architetto Gabriella Mazzola, specializzato in Architettura dei Giardini e Progettazione del Paesaggio, ha rivoluzionato non solo l’estetica ma anche la funzionalità dell’outdoor. Gabriella Mazzola ha creato diverse ‘stanze’ all’aperto, da vivere a seconda dei momenti della giornata e delle necessità. Così, nel terrazzo torinese c’è il salotto per conversare, la zona adibita per il pranzo, l’area relax per accoccolarsi all’ombra del bersò o per prendere il sole su un comodo lettino.

Pubblicità

Il tutto distribuito in un gioco di piani differenti in legno Ipé Lapacho (un parquet lasciato al naturale, adatto all’esterno) che delimita i vari ambienti. Tutto ha inizio con una passerella dall’andamento sinuoso, che guida il passo e che, alla fine del percorso, è incorniciata da due grandi vasi con piante di fluttuanti bambù. Profili morbidi si alternano a rigorose linee rette, disegnando un terrazzo articolato e accogliente all’ultimo piano di un moderno edificio torinese. In origine, lo spazio era su un livello. La pavimentazione era costituita da blocchi di tipo industriale e l’universo vegetale era assente.

L’unico elemento che si ritrova ancora oggi è la pergola in ferro zincato, che la designer ha mantenuto, pensando di impiegarla come funzionale copertura verde. Nell’attesa che i gelsomini  crescano e si avviluppino intorno ad essa, creando un vero e proprio tetto green (ci vorranno alcuni anni), l’ombra è stata ottenuta mediante l’inserimento di una tettoia incannucciata dal movimento ondulatorio. Per quanto riguarda la distribuzione degli spazi del roof terrace, Gabriella Mazzola ha bilanciato con gusto e intelligenza colori e varietà differenti. Un salottino in legno guarda verso un parterre verticale di gelsomino, messo in risalto dalla tinta corallo del muro. Qui l’atmosfera è calda, mediterranea. La parete che affiora dietro il salotto è invece rivestita da una cascata di rose Alberic barbier intrecciate a delle Clematis “Jackmanii”, “che fanno da sfondo alle tonalità grigio-blu delle piante di lavanda officinalis e regalano profumate spighe in estate e morbidi cuscini rotondeggianti nella stagione della potatura.

L’illuminazione è minimal e puntuale: led segnapasso collocati nella passerella e al di sotto dei vasi, fiaccole e apparecchi luminosi dal fascino discreto. Il terrazzo, che misura 80 mq, ha due affacci: uno romantico verso le colline e l’altro, a nord, che mostra gli edifici della città. Per proteggere la vista e soprattutto la privacy, l’architetto ha progettato una schermatura verde piena e vivace, una bordura mediterranea che fa da background al tavolo con le sedie della zona pranzo.

© Riproduzione riservata.

Partner

I più letti