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Orto Botanico di Palermo: storia, architettura e biodiversità del più grande giardino botanico d’Europa

di Elena Cattaneo

L'ingresso dell'Orto Botanico di Palermo è caratterizzato da edifici neoclassici.
L'ingresso dell'Orto Botanico di Palermo (caratterizzato da edifici neoclassici), il più grande d'Europa: si estende su una superficie di più di 10 ettari.

Forse non è la prima meta a cui si pensa visitando la città, eppure l’Orto Botanico di Palermo la racconta come pochi altri luoghi: attraverso la sua storia illuminista, l’architettura neoclassica e una straordinaria varietà di specie vegetali provenienti da ogni continente


Chi visita Palermo difficilmente inserisce l’Orto Botanico tra le prime tappe del proprio itinerario. Eppure, varcare i suoi cancelli significa entrare in uno spazio capace di raccontare la città da una prospettiva diversa, intrecciando natura, storia e architettura.
Fondato alla fine del XVIII secolo, l’Orto Botanico di Palermo è oggi il più grande d’Europa e uno dei più importanti del Mediterraneo: un vero museo all’aperto che, attraverso le piante, restituisce le tracce delle trasformazioni culturali, scientifiche e urbane della città.

La storia dell’Orto Botanico di Palermo tra Illuminismo e scienza

L’origine dell’Orto Botanico di Palermo si colloca negli ultimi decenni del Settecento, in un periodo segnato da riforme e aperture culturali ispirate al pensiero illuminista. Nel 1779, con la fondazione della Regia Accademia degli Studi di Palermo, l’attuale Università, viene istituita la cattedra di Storia naturale e Botanica e destinato un primo appezzamento di terreno alla coltivazione delle piante medicinali, i cosiddetti “semplici”.

La sede iniziale, sul baluardo di Porta Carini, si rivelò presto inadeguata. Nel 1789 iniziò così il trasferimento nell’area del piano di Sant’Erasmo, accanto a Villa Giulia, dove il nuovo Orto Botanico fu solennemente inaugurato il 9 dicembre 1795. Il primo direttore fu Giuseppe Tineo, ma un ruolo decisivo nell’organizzazione scientifica del giardino fu quello di Bernardino da Ucria, soprannominato il “Linneo di Sicilia” per aver applicato per primo il sistema di classificazione di Carl Linnaeus.

L’Orto Botanico di Palermo dispone complessivamente di 1470 metri quadrati di serre.
L’Orto Botanico di Palermo dispone complessivamente di 1470 metri quadrati di serre.

L’architettura dell’Orto Botanico: il Gymnasium e il progetto di Léon Dufourny

Fin dall’inizio, l’Orto Botanico non fu concepito solo come luogo di studio, ma come complesso architettonico strutturato. Il progetto dell’impianto monumentale è attribuito all’architetto francese Léon Dufourny, che disegnò il Gymnasium affiancato dal Calidarium e dal Tepidarium, destinati alla coltivazione delle specie esotiche. Il giardino era organizzato in quartini rettangolari, attraversati da viali ortogonali e arricchiti da fontane e vasche, tra cui spicca il monumentale Aquarium, collocato all’estremità meridionale. Nel corso dell’Ottocento l’Orto fu progressivamente ampliato, assumendo l’assetto che ancora oggi lo caratterizza e consolidando il suo rapporto con il tessuto urbano circostante.

Fin dall’inizio, l’Orto Botanico di Palermo non fu concepito solo come luogo di studio, ma come complesso architettonico strutturato.
Fin dall’inizio, l’Orto Botanico non fu concepito solo come luogo di studio, ma come complesso architettonico strutturato.

Ampliamenti, trasformazioni e tutela dell’Orto Botanico di Palermo

Tra il XIX e il XX secolo, la storia dell’Orto Botanico è segnata da ampliamenti, ma anche da periodi di difficoltà legati alle vicende politiche e sociali della Sicilia. Dopo i primi importanti interventi sotto la direzione di Vincenzo Tineo, seguirono decenni complessi, in cui venne meno l’interesse delle istituzioni per la promozione delle scienze.

Solo all’inizio del Novecento, con il direttore Antonino Borzì, si giunse all’ampliamento del 1906, che portò l’Orto all’assetto attuale e introdusse il Giardino Coloniale. Nei decenni successivi, l’area fu più volte minacciata da progetti urbanistici che ne prevedevano lo smembramento. La sua integrità è stata salvaguardata grazie alla ferma opposizione dei direttori e al riconoscimento, nel 1954, del valore culturale e scientifico dell’Orto Botanico per la città di Palermo.

Questo Ficus Macrophylla australiano è arrivato all'Orto Botanico di Palermo nel 1845: è la pianta più grande d'Europa.
Questo Ficus Macrophylla australiano è arrivato all’Orto Botanico di Palermo nel 1845: è la pianta più grande d’Europa.

Biodiversità e collezioni botaniche: un museo all’aperto

Oggi l’Orto Botanico di Palermo si estende su circa 100.000 metri quadrati e ospita oltre 6.000 specie vegetali provenienti da ogni continente. Il clima favorevole consente la coesistenza di piante appartenenti a habitat molto diversi, rendendo il giardino uno dei luoghi con la maggiore biodiversità botanica in Europa. Tra gli esemplari più noti spicca il monumentale Ficus macrophylla, affiancato da collezioni di palme e agrumi tra le più ricche del continente. Molte specie sono originarie delle regioni tropicali e subtropicali e sono distribuite secondo criteri sistematici, ecologici e fitogeografici, trasformando la visita in un vero percorso di scoperta scientifica.

L'Orto Botanico di Palermo, grazie al clima consente permette la vita a specie differenti provenienti da tutto il mondo. Foto di Maurizio Adamo.
L’Orto Botanico di Palermo, grazie al clima consente permette la vita a specie differenti provenienti da tutto il mondo. Foto di Maurizio Adamo.

L’Orto Botanico di Palermo oggi: ricerca, conservazione e visita

Sotto la direzione attuale di Rosario Schicchi, l’Orto Botanico continua a svolgere un ruolo centrale nella ricerca, nella conservazione e nella divulgazione scientifica. Ma è anche uno spazio aperto alla città, dove la dimensione accademica convive con quella culturale e paesaggistica. Più che un semplice giardino, l’Orto Botanico di Palermo è una chiave di lettura della storia urbana e intellettuale della città: un luogo in cui architettura, botanica e memoria collettiva si intrecciano, offrendo a residenti e visitatori un’esperienza che va ben oltre la passeggiata tra le piante.

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