Pareti scorrevoli per dar luce alla casa
Spazi che si aprono e si chiudono, si dividono e si ricompongono: un flusso di connessioni fra gli ambienti, garantito da un sistema studiato di pareti scorrevoli. Stanze che all’occorrenza possono separarsi, ma in realtà sono concepite – nell’idea architettonica – come un grande open space, per rispettare la richiesta del committente di dare all’appartamento leggerezza, fluidità e luce. È questo il perno su cui hanno lavorato l’architetto Gianni Montesel e l’interior designer Kety Bardin nel progetto per la ristrutturazione di una vecchia legnaia degli anni Trenta, a Sant’Anna di Collalto di Susegana, in Veneto, per conto di Bernardi Vini.
Più aria, più luce, più libertà

La soluzione: pareti scorrevoli
«L‘idea – spiega Kety Bardin – era dare un’impronta spaziosa, ampia, open space. Contemporaneamente, però, il cliente ci chiedeva anche di progettare un luogo caldo e accogliente, pur se spiccatamente moderno e di tendenza». Grande attenzione è stata posta alla mutua interazione degli spazi, vista come chiave compositiva primaria. Originariamente i volumi erano molto definiti, sia sotto l’aspetto planimetrico che funzionale: per permettere l’interazione, senza perdere il carattere stilistico, i progettisti hanno fatto ricorso a soluzioni innovative che garantissero la miglior intercomunicazione spaziale degli ambienti.
Grandi vetrate e spazi infiniti

Tocchi architettonici
Ulteriore importante parametro architettonico dell’intervento è stata la scelta di giocare «con la luce e il colore – spiega ancora Kety Bardin -. Le tinte morbide ed eleganti degli arredi sono servite a definire gli spazi in profondità e in altezza e ad esaltare la luce naturale, che pervade gli ambienti entrando dalle grandi vetrate, dalle quali si ha una splendida vista dei giardini e dei vigneti che circondano l’abitazione. In più, il legno chiaro dei pavimenti e l’accostamento di pezzi in stile antico a un contesto di arredamento prettamente moderno hanno dato un’impronta particolare a tutta l’unità abitativa».
a cura di Massimo Tiberio
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