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Sinfonia armonica

di Claudia Schiera

Sinfonia armonica

L’architetto Rino Cimmino ha trasformato un edificio storico in una nuova casa ricca d’atmosfera. Un progetto conservativo in cui convivono passato e presente

L’architetto Rino Cimmino si è occupato del lavoro di restauro di un edificio nel centro storico di Maggiora, un paese collinare in provincia di Novara. Il corpo di fabbrica, semplice nella tipologia costruttiva, è caratterizzato da un’eleganza sobria, arricchita da un rigoglioso giardino pensile che si affaccia sulla via centrale della cittadina piemontese. “Si tratta di una tipica struttura costruita fra la metà dell’Ottocento e i primi del Novecento”, spiega l ’architetto. “ L’edificio necessitava quindi di un vero e proprio intervento di restauro”. La committenza, amante del vivere nel centro storico e appassionata di architettura vernacolare (le costruzioni locali, tipiche di un paese o di una particolare regione) ha deciso di affidare al progettista il lavoro di restauro dell’intero edificio, compreso il giardino esterno da cui è possibile godere della vista sulla Chiesa del Santo Spirito, poco distante.

Sinfonia armonica
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“Il desiderio dei proprietari era quello di ritagliarsi uno spazio intimo, dove trascorrere del tempo lontani dalle fatiche quotidiane. Un desiderio che andava assecondato”, continua l’architetto.“ Per questa ragione il mio obiettivo è stato, sin da subito, quello di realizzare una casa che mantenesse la storicità dell’ambiente e l’atmosfera del passato, ma anche qualcosa in cui gli elementi si incontrassero e si valorizzassero nel modo più naturale possibile”, prosegue Cimmino. “Abbiamo compreso fin da subito che il risultato doveva essere una casa in cui le parti strutturali giocassero con gli spazi senza forzature, creando anzi un’atmosfera calda e accogliente. Un progetto sobrio e dallo spirito contemporaneo, che rispecchiasse il più possibile l’anima di chi l’avrebbe abitata”.

Sinfonia armonica

Durante la fase preparatoria del progetto, sono stati eseguiti diversi sopralluoghi per verificare le parti che andavano demolite, tutte le superfetazioni da rimuovere, perché dissonanti rispetto al contesto, ma anche gli elementi che dovevano essere mantenuti e quindi recuperati. Una volta realizzate queste opere, si è passati a sanare le murature e a riportare alla luce i mattoni della volta al piano terra. Tutte le parti in pietra sono state sabbiate, la scala in legno e la balaustra sono state ripristinate e recuperate, così come le porte interne. “L’impegno assunto con i proprietari era quello di inserire dei mobili che contrastassero con la storicità dell’edificio”, spiega il progettista “L’obbiettivo era creare un contrasto armonico che fosse coerente ed elegantemente sobrio, ma soprattutto non invasivo. E così è stato”.

Articolo pubblicato sullo Speciale Architetti 2025

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