Carota viola di Viterbo: una storia secolare

di Redazione Ville&Casali

carota viola

La carota viola di Viterbo risale all’antica tradizione etrusca e se ne erano perse le tracce per molto tempo.

Ultimo custode geloso di questo seme è rimasto a Viterbo qualche appassionato, che pazientemente riesce ancora a raccoglierne la quantità sufficiente per mantenere la tradizione di questo piatto.

Fino a qualche anno fa anche le suore di clausura del Monastero di S. Rosa, la santa di Viterbo, la preparavano e conservavano, per farne dono a benefattori ed amici.

La prima notizia certa risale al 1827, anno in cui è datata una certa ricetta di queste carote che il solerte dottor Attilio Carosi ha ritrovato fra i tanti documenti della Biblioteca degli Ardenti di Viterbo.

Per molti anni queste carote vennero preparate prevalentemente dalle famiglie aristocratiche cittadine e conservate in artistici vasetti di terracotta dei quali si conservano ancora alcuni esemplari, che andrebbero raccolti come testimonianza del costume e delle tradizioni locali.

Successivamente gli Schenardi, proprietari dell’omonimo famoso caffè, si diedero alla confezione di queste carote, perfezionandosi al punto da ottenere il primo premio all’Esposizione di mostarde e carote tenutasi in S. Francesco a Viterbo nel 1879.

Sembra che ebbero modo di apprezzare questa specialità viterbese Giuseppe Garibaldi e Gregorio XVI, Ferdinando IV e Carolina d’Austria, mentre, sempre secondo alcune voci, abituali consumatori erano i regnanti di casa Savoia.

Dove trovare oggi la carota viola

Oggi è possibile gustare la carota viola nella tradizionale ricetta con cannella, noce moscata, uva passa e pinoli, grazie al lavoro di Luca Ingegneri, titolare dell’azienda agricola “La Cisterna del Marchionato”, a Capranica (VT).

carota violaDopo la laurea in Conservazione dei Beni Culturali”, racconta Luca a Ville&Casali, “ho deciso di lavorare nell’azienda di famiglia e mi sono impegnato per riportare in auge ricette e prodotti dimenticati, come la carota viola, ma anche il mosto cotto o la torta di ricotta di pecora, amata da Federico II. Mi piace girare per vecchi archivi e scovare ricette dimenticate, per riproporle. Così ho recuperato un seme della carota e ne ho ripreso la coltivazione. Seguendo l’antica ricetta, abbiamo riprodotto la crema di carote viola, ideale da servire con la carne lessa”.

Per informazioni tel. 0761.481295 lacisterna.vt@gmail.com

 

 

 

A cura di Francesca Pierpaoli

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