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Il Barocco dorato che piace al cinema

di Loredana Ficicchia

Il Barocco dorato che piace al cinema
Veduta dall'alto della cattedrale

Il Val di Noto, che fa invidia a Hollywood, attira investitori internazionali. Lo sviluppo futuro secondo Corrado Bonfanti, presidente del distretto turistico del sud est della Sicilia

Tre mesi di riprese con attori e maestranze americani in giro per la città di Noto, per l’occasione chiusa al traffico. Le stupefacenti architetture barocche, la luce abbagliante e i colori dell’Africa hanno convinto il regista premio Oscar Joe Wright, ad ambientare il suo musical cappa e spada, “Cyrano de Bergerac” in questo elegante spicchio del sud est della Sicilia. Le altre sequenze le ha ambientate sull’Etna e a Scicli, lì dove per oltre 20 anni ha avuto casa la fiction appena revisionato. Parliamo del Val di Noto con le sue città ricostruite dopo il devastante terremoto del 1693 (Caltagirone, Militello Val di Catania, Catania, Modica, Noto, Palazzolo Acreide, Ragusa e Scicli). Il volto attuale di quest’area dell’isola è dunque il risultato di una ricostruzione di città pensate come opere d’arte, capolavori dell’architettura tardo barocca del 17° secolo”. “Il nostro primo compito – aggiunge – è la revisione dei piani di gestione dei siti Unesco. Un “Il commissario Montalbano”. Motivo di giubilo per il sindaco uscente Corrado Bonfanti con due mandati dietro le spalle e il reincarico alla presidenza del distretto turistico del Sud Est, un soggetto pubblico-privato legato al brand Unesco.

Il Distretto avrà al proprio interno l’Unità Operativa Unesco – conferma a Ville&Casali il sindaco Bonfanti – che si occuperà dell’applicazione e del monitoraggio del Piano di Gestione del Sito delle Città Tardo Barocche del Val di Noto, appena revisionato. Parliamo del Val di Noto con le sue città ricostruite dopo il devastante terremoto del 1693 (Caltagirone, Militello Val di Catania, Catania, Modica, Noto, Palazzolo Acreide, Ragusa e Scicli). Il volto attuale di quest’area dell’isola è dunque il risultato di una ricostruzione di città pensate come opere d’arte, capolavori dell’architettura tardo barocca del 17° secolo”. “Il nostro primo compito – aggiunge – è la revisione dei piani di gestione dei siti Unesco. Un impegno delicatissimo che comporta un continuo monitoraggio dei siti iscritti, la cui appartenenza non è definitiva ma dinamica. Insomma, bisogna meritarsela col rispetto delle linee guida”.

Il Barocco dorato che piace al cinema
La torre di Vendicari

Noto è sicuramente la città ideale del Barocco. Il primo sguardo panoramico dall’alto sulla Cattedrale vale un salto su nel campanile della Chiesa del Collegio, il Campanile di San Carlo (2 euro il ticket). A spasso tra il Duomo e i blasonati palazzi Ducezio, Landolina, Nicolacci e Impellizzeri, più di recente si può visitare anche palazzo Di Lorenzo del Castelluccio acquistato e restaurato dal giornalista e produttore cinematografico Jean Louis Remelleux, proprietario di un castello vicino a Parigi, dove abita. L’imprenditore francese si è guadagnato anche la cittadinanza onoraria della città barocca per eccellenza, ma per quanto egli possa intestarsi il ruolo di pioniere va detto che dopo la prima ondata di investimenti sostenuta dai fondi per il terremoto, a innescare l’attenzione mediatica su Noto è stato il terribile crollo della cupola della cattedrale, nel 1996, poi restaurata in pompa magna. Noto in grande spolvero, bella come non mai in men che non si dica, attirerà investimenti immobiliari qualificati finiti sul tavolo di architetti del luogo ma non solo.

Una per tutte, l’elegante resort di Jacques Garcia che in una villa di Noto ha creato un ideale connubio tra il gusto elegante degli anni ’50 e lo spirito di una capitale del Barocco. “Per non parlare del recentissimo restauro dell’ex convento dei Padri Crociferi realizzato dall’architetto Pietro Giannone che in attesa di decisioni del Comune caldeggia come destinazione un Museo dell’architettura.” Ma se Noto ha una vocazione cinematografica grazie alle sue architetture barocche supponenti, teatrali, non meno interessante è lo sbocco a mare della cittadina, il comune più grande della Sicilia, tra i più popolosi d’Italia. Le tonnare di Marzamemi, la Riserva naturale di Vendicari, la Marina di Noto, amatissima dagli autoctoni. La suggestiva Marzamemi, che non a caso ha prestato la scena al film di Gabriele Salvatores “Sud” è un borgo che ti rimane nella memoria e nel cuore con i suoi ristorantini tipici con le sedie azzurre e la serie di spacci dove comprare la bottarga e gli altri prodotti ittici locali. E poi le campagne circostanti su cui il sindaco Bonfanti ha concentrato particolare attenzione: “Il prg di Noto benché porti la data di 30 anni fa è stato revisionato – spiega Bonfanti- privilegiando la tutela del paesaggio agricolo. Abbiamo permesso la sistemazione dei caseggiati, per metterli in sicurezza, garantendo la coltivazione della terra annessa, tenendo d’occhio il trend in crescita dell’interesse per il vino, anche di giovani del luogo che decidono di occuparsi di vitivinicoltura ma con una laurea in tasca specifica”.

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Articolo pubblicato su Ville&Casali giugno 2021

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