Orologi antichi: dolce tic-toc
Orologi antichi come porte per cominciare un viaggio nel tempo, nel vero senso della parola. Questo è il segreto dell’antica bottega artigiana di Aldo Aurili e di suo figlio, Enrico, annidata nel cuore di Roma, a due passi da Piazza di Spagna. Qui si può riparare ogni tipo di orologio e si possono ammirare pendole francesi, inglesi ed italiane, segnatempo da persona, scatole musicali ed antichi esemplari di epoche diverse, dal Rinascimento al ‘900. Visitare la bottega è l’occasione per fare conoscenza con un mondo affascinante, fatto di realizzazioni molto diverse tra loro, tutte create da sapienti artigiani: piccoli scrigni preziosi che racchiudono la bellezza dell’estetica e la conoscenza tecnologica. Aldo Aurili racconta a Ville&Casali la sua storia e l’esperienza acquisita in tanti anni di scrupoloso lavoro. ”Sin da quando ero giovane sono sempre rimasto affascinato dai vari tipi di meccanismi. Mi divertivo a smontare ogni oggetto che mi capitasse in mano per capirne il funzionamento. Senza dubbio mi ha influenzato molto mio zio, che nella città di Lucca aveva una piccola bottega di riparazione di orologi.
Una storia di lavoro e passione

Orologi antichi nel tempo
Molte cose sono cambiate nel settore dell’orologeria, col tempo. Infatti, Aurili spiega che “una volta gli orologi erano un simbolo di decoro e di prestigio. Non erano solo dei semplici segnatempo, ma veri e propri capolavori d’arte, nella cui realizzazione venivano coinvolte diverse maestranze: orologiai, bronzisti, marmisti, ebanisti e pittori.
Con l’avvento dell’industrializzazione, alla fine del 1800, gli orologi divennero oggetti più comuni, ma non persero il loro fascino sino a quando i modelli da polso iniziarono a diffondersi sempre di più. Nel settore dell’arredamento di interni, invece, mentre un tempo in ogni stanza faceva bella mostra di sé un orologio, oggi non è più così”, dice con un pizzico di rammarico Aurili. “Ricordo con piacere come gli architetti e i designer, con cui ho avuto la fortuna di collaborare, mi chiedevano oggetti “speciali” con cui arredare le dimore.
Perché l’orologio non è soltanto un soprammobile o una rappresentazione artistica, ma racchiude un valore immenso, fatto di storia e di amore”.
Minimalismo ed eleganza

Sulle tendenze del collezionismo italiano Aurili precisa che “in passato era un settore in crescita costante, oggi, invece, l’orologeria da polso la fa da padrone, mentre quella antica sopravvive grazie a una piccola nicchia di amatori, ”. Quando gli chiediamo di raccontare qualche aneddoto, Aurili ci confida: “Quando ero consulente presso la casa d’aste Christie’s, un giorno si presentò un orologiaio che aveva lavorato in Argentina. Mi disse che il datore di lavoro non aveva avuto i soldi per pagargli la liquidazione e così gli aveva dato un orologio da polso come compenso. Quando vidi l’orologio gli feci i miei complimenti dicendogli che aveva in mano ‘un appartamento’, in quanto era un modello molto esclusivo di Patek Philippe che, in seguito, vendemmo in asta a 200 milioni di lire”.
di SARA LUCCI foto di GIORGIO DE CAMILLIS
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© Riproduzione riservata.












