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Open space: stupire e coinvolgere

di Redazione Ville&Casali

Open space

La filosofia progettuale dell’architetto Andrea Lupacchini prevede la definizione di spazi caratterizzati da una forte elaborazione delle forme, che tende a coinvolgere tutti i sensi attraverso una sinergia tra atmosfere, spazi, design e materiali, che accompagnino i fruitori verso un inebriante stupore percettivo.

Una delle rivoluzioni più significative avvenute nell’ambiente domestico della fine del XX secolo è, certamente, lo sviluppo dell’utilizzo dell’open- space: una spazialità priva di suddivisioni, in linea con lo stile di vita contemporaneo, all’insegna di imprevedibili asimmetrie in grado di privilegiare la flessibilità degli arredi e degli ambienti.

La pianta libera è oggi una delle tipologie progettuali più diffuse ed ambite, e rappresenta molto bene la tendenza all’intersezione delle diverse attività del socializzare, mangiare e studiare.

Da una zona living così progettata scaturisce, priva com’è di ripartizioni interne, una spazialità più ampia, “diffusa” sia a livello visivo che funzionale.

Specifica attenzione viene rivolta alla luminosità di questi ambienti, ricorrendo a finestrature e a sistemi di illuminazione artificiale che esaltino il rapporto interno-esterno degli spazi e che permettano al perimetro delle abitazioni di assumere proprietà “evanescenti”, grazie alle quali i materiali impiegati vanno a privilegiare le funzioni di trasparenza ed adattabilità.

Nel caso di un living senza suddivisione deve essere curata nel dettaglio la disposizione dei diversi ambienti.

La casa diventa un loft, uno spazio aperto da vivere in condivisione ma personalizzabile attraverso la modularità permessa da pannelli scorrevoli, pareti manovrabili e mobili a scomparsa.

Il concetto di open space

Le barriere tendono a scomparire permettendo l’intersezione degli ambienti; il concetto di open space, allora, si estende coinvolgendo, oltre alla zona living, tutta la spazialità domestica.

La casa si presta perfettamente ad una lettura simbolico-psicologica in quanto riflette il nostro essere ed è testimone concreto di ciò che siamo, diventando lo specchio di se stessi e delle proprie emozioni e per questo la stessa dimensione dello spazio e la sua percezione deve cambiare forma, contenuto e funzione.

Come sosteneva Gropius, la qualità della vita di un ambiente domestico non è tanto determinata dallo scegliere una tipologia abitativa basata sulla grandezza delle case ma, piuttosto, da tre essenziali condizioni: la luce, l’aria e la possibilità di movimento.

Il soggiorno, oggi, assume i connotati di rappresentatività dell’unità abitativa sia per le dimensioni dell’ambiente che per la varietà e la qualità dell’arredo.

Open space

Le funzioni, anche simboliche dell’antico focolare, di cui in un certo senso è l’evoluzione, sono state assunte dal soggiorno: lo spazio centrale della casa dove convergono un po’ tutte le attività domestiche, tra le quali il relax, il lavoro, la condivisione e l’accoglienza degli ospiti.

In definitiva, ognuno avrebbe il diritto di vivere in una casa adeguata e di identificarsi con un paesaggio domestico che simbolizzi il luogo della sua anima.

Gli open space sono diventati gli spazi che consentono una maggiore libertà di organizzazione e hanno assunto un ruolo di primo piano come location dove trovare e fornire risposte progettuali, tecnologiche ed economiche, a domande sempre più diversificate che trascendono, ormai, un unico modello standard di famiglia.

 

 

 

Testo di Andrea Lupacchini

Foto di STUDIO DAIDO

© Riproduzione riservata.

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