La stuttura di un Trullo: primo esempio di casa passiva

di Redazione Ville&Casali

Anatomia di un Trullo

Un trullo è l’esempio di architettura tradizionale pugliese, un’abitazione strettamente legata alla produzione del suolo che, trovandosi all’interno di un territorio puntinato da ulivi, si poneva come soluzione ideale per una società fortemente legata alla vita rurale. L’edificio di autocostruzione necessitava di tecniche costruttive rudimentali e consentiva il rapido smontaggio della copertura al fine d’essere esenti dal pagamento del dazio sui nuovi centri urbani imposto dal regno di Napoli. Il nucleo centrale generalmente è un corpo a pianta circolare o quadrata alla quale si aggregano altri coni.

Come è costruito un trullo

esempio di un Trullo

La costruzione è realizzata con pietra squadrata su una sola faccia montata senza alcun tipo di legante e sormontato da un cono realizzato in pietra squadrata anch’esso montato a secco. Il cono si mantiene in equilibrio grazie alla forma circolare nel piano orizzontale e triangolare nel piano verticale (il Brunelleschi a mio parere si è ispirato ai trulli per ardire poi, coi mattoni ed il legno, nella cupola più famosa del Rinascimento).

Come rivestimento, per garantire la ventilazione e l’impermeabilizzazione della copertura, sono poste in opera delle chiancharelle sovrapposte e, a completamento di tutto, sulla sommità si trovano dei pinnacoli bianchi di varia forma che definivano il ceto della famiglia e dei simboli religiosi e mistici dipinti con la calce, che rappresentavano gli unici elementi decorativi della dimora.

La muratura, dallo spessore rilevante per garantire staticità all’intero complesso e una notevole inerzia termica, è caratterizzata da una sola apertura rivolta a Sud e da numerose nicchie nelle quali erano ricavati “stipi” e spazi accessori. A protezione dell’ingresso vi è sempre una pergola d’uva per garantire l’ombra nelle assolate giornate estive.

La casa antica nasceva intorno al focolare, altare della dimora e, al contempo, elemento aggregatore, simbolo della socialità dell’uomo. Nelle alcove ci si riposava. Per ragioni igieniche i muri non avevano pietra a vista bensì erano rivestiti con latte di calce che annualmente si poneva su più strati a creare un intonaco, la funzione principale era di disinfettare l’ambiente. Il muro imbiancato diventava l’essenza del recinto domestico.

Il restauro filologico di un trullo

Il restauro filologico definisce una serie di interventi atti al recupero dell’edificio antico nel totale rispetto della propria autenticità, per cui, nel caso specifico del trullo, è bene procedere senza alterare in alcun modo le prestazioni tecnologiche e i caratteri tipologici del fabbricato, prestando particolare attenzione a non modificare gli spessori delle pareti che assolvono la doppia funzione di staticità e di coibenza/inerzia termica, accortezza che va rivolta anche alle aperture, che non devono mai contrapporsi per evitare ventilazioni nel periodo estivo di aria calda proveniente dall’esterno.

Lo studio dell’architettura vernacolare mette in luce come in un edificio tradizionale la forma, la proporzione e la composizione dello spazio, le aperture e l’orientamento, i materiali e le tecniche costruttive siano gli elementi caratterizzanti della buona architettura. Il trullo pugliese è un prototipo di architettura bioclimatica a Km0, dove la forma del fabbricato, lo spessore murario e i materiali definiscono il perfetto connubio tra clima, edificio e benessere abitativo.

La forma conica e le dimensioni ridotte degli ambienti interni porta al misurarsi con la progettazione dei minimi spazi, la scelta dell’arredo e la cura del dettaglio. Frequentemente il progetto di restauro è volto all’integrazione di servizi igienici ed impianti di cui la struttura spesso è priva, o di ampliamenti capaci di dotare il trullo dei comfort necessari.

Nel rispetto del trullo, è bene adoperare materiali della tradizione locale, pietra intonacata bianca per le pereti, basole per i pavimenti, pietra e legno per gli arredi.

Architetto Agata Laviola, esperta di architettura vernacolare

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