Salento inaspettato

di Redazione Ville&Casali

Salento inaspettato

La porzione di litorale ionico che si estende da Santa Maria al Bagno fino a Torre Lapillo e nell’entroterra fino a Copertino, racchiude un Salento pressocché sconosciuto al turismo di massa eppure estremamente ricco di tesori artistici e bellezze naturali.

Siamo in Terra D’Arneo, tra i comuni di Nardò, Copertino, Leverano, Porto Cesareo, Carmiano, Salice Salentino e Guagnano, la terra dell’acqua, come indica il termine “Arneo”, tra mare, aperte distese di ulivi e antichi borghi illuminati dal candore della pietra leccese e resi nobili dal valore storico dei propri monumenti. Come il cinquecentesco Castello di Copertino, opera rinascimentale a pianta quadrilatera che, al suo interno, racchiude un mastio angioino; o come gli edifici che affacciano sulla barocca piazza Salandra di Nardò, dove lo sguardo corre dai ricami della Guglia dell’Immacolata, (eretta nel 1769), alle chiese di San Trifone e di San Domenico al Sedile (1580 – 1594). In alcune sere d’estate si illuminano a festa per celebrare il patrono, ancora come si faceva duecento anni fa. E tutto intorno campi sterminati di ulivi secolari da cui si ricava uno degli olii più buoni d’Italia.

E ordinati filari di viti che producono il più popolare dei vini scuri, il Negroamaro, caldo, passionale e armonioso come la terra che lo genera. Il passaggio alla costa, alle acque dai colori caraibici dello Ionio e alla cultura marinaresca è questione di pochi minuti di auto. Le pescherie di Porto Cesareo, la domenica mattina si riempiono di gente e assomigliano a caotiche aste, che restituiscono tutta l’atmosfera pittoresca dei mercati meridionali. Sui ristoranti del molo si gustano i prelibati piatti della cucina locale (ancora a prezzi ottimi), a base di pesce fresco ed ortaggi a chilometri zero.

A pochi chilometri le riserve naturali di Porto Selvaggio e Torre Castiglione offrono lo spettacolo della macchia mediterranea, come doveva essere oltre duecento anni fa, un vero e proprio campione completo di tutte le specie, tra ampi boschi di querce e profumi di timo, mirto, elicriso. È vero quello che si legge in uno dei depliant promozionali del territorio: fare un viaggio in questa terra è come fare un viaggio nella storia dell’uomo, dalla preistoria (nella Baia di Uluzzo è stato ritrovato il più antico complesso italiano riferibile al Paleolitico Superiore), al Rinascimento e al Barocco.

Tra i suoi più noti estimatori c’è il regista Edoardo Winspeare che nei suoi numerosi film (“Pizzicata”, “Sangue vivo”, I Galantuomini” e l’ultimo uscito, “In grazia di Dio”), racconta il volto più attuale del Salento.

La sua famiglia, di origine inglese, si è trasferita in Puglia nel 1869 e il regista, oggi quarantottenne, dopo aver vissuto tra Firenze, Monaco e New York, ha deciso di tornare proprio qui: “Il Salento è la mia terra, è questo il motivo principale per cui vi sono tanto legato”, spiega, “ma mi ha attratto anche perché all’inizio era una terra vergine in fatto di cinema. E poi possiede il fascino dei finistère. È Italia, ma senza la “contaminazione” della parte tirrenica. Ha un carattere più levantino e ha mantenuto nei secoli una forte identità regionale. E poi possiede un’indiscussa qualità umana e una luce particolarissima. Trovo che ci sia una dolcezza e una riservatezza tra le gente e un senso di comunità assenti altrove. In fondo, il Salento è una grande città con tanti giardini di ulivi”. E in effetti, tutti i suoi film, pur parlando di malavita sono portatori di messaggi positivi. “L’area che più amo è il Capo di Leuca, Giuliano, Barbarano, Patù e l’otrantino interno, un piccolo miracolo della natura dove si è sviluppata la civiltà contadina: piazze barocche, vita di comunità, paesi vivi tutto l’anno”, continua il regista. “Ma negli ultimi anni è cambiato molto: esiste un “Salento rocchettaro raggamaffin” e uno “radical chic” (ma non ai livelli di Capalbio) e anche un “Salento chic” che, fortunatamente, non sarà mai come la Costa Azzurra”.

Una qualità di vita che si giustifica con il senso di comunità dei suoi abitanti, il dolce spirito bucolico di un’economia a carattere prevalentemente agricolo, un turismo poco invasivo che ha saputo sposarsi benissimo con la cultura locale. E proprio il binomio agricoltura – turismo ha permesso, negli ultimi decenni, la trasformazione di molte masserie in strutture ricettive in grado di offrire al turista un’immersione totale nella cultura locale (alcune masserie didattiche sono riconosciute ufficialmente dalla Legge Regionale del 2008 e valorizzate dall’evento annuale “Masserie sotto le stelle”).

Sempre nell’ottica di valorizzare il territorio, nel 1997, è nato il GAL (Gruppo di Azione Locale) Terra D’Arneo, ad opera di alcune amministrazioni, con un gruppo di aziende locali. “La zona più bella di questo distretto e anche più importante da un punto di vista immobiliare”, spiega il presidente Cosimo Durante, “è quella intermedia tra la costa e l’entroterra: Leverano, Copertino, Nardò. Si sta lavorando su una viabilità di sistema più rapida e sicura, e in grado di evitare i centri storici. Il segmento tra Leverano e Copertino è già stato inaugurato; il tratto che arriva fino a Porto Cesareo sarà concluso entro l’anno. Il GAL ha finanziato una trentina di attività ricettive in masseria, adesso i fondi sono esauriti ma la Regione ha la volontà di ripristinare una qualche forma incentivante non appena sarà possibile”.

Da qualche anno le politiche locali puntano alla riqualificazione dei centri storici. “Già da anni il centro storico di Nardò è in fase di riqualificazione”, spiega Maurizio Leuzzi, assessore al turismo del comune di Nardò. “Con interventi sul basolato e sugli edifici pubblici e privati. In cantiere c’è la rigenerazione di ulteriori importanti aree storiche e alcuni interventi finalizzati a rendere fruibili i siti naturalistici”.

Paesi agricoli piccoli ma vivi, come il comune di Guagnano, sei mila abitanti, quasi al centro tra i due mari, a 20 km da Lecce e a 30 da Brindisi. Negli ultimi anni ha subito un pesante calo demografico, ma l’eccellente produzione del Negroamaro e gli eventi legati alla sua promozione (come il Premio Terre del Negroamaro, che si svolge nel mese di agosto), contribuiscono a dare linfa al territorio. “Guagnano è una cittadina dove la qualità della vita è molto alta”, spiega il sindaco Fernando Leone. “Le abitazioni costano meno di 1000 euro al mq e ci sono anche oggetti antichi, nel centro storico, con il soffitto a volte a crociera, alla leccese, quasi tutte da ristrutturare”. Questa formula, fin ora è stata davvero vincente, perché oltre all’accoglienza turistica, permette di lavorare nel mercato delle feste e delle cerimonie, un giro molto redditizio da queste parti.

Mercato immobiliare. Per chi è abituato al mercato immobiliare di altre coste italiane, e di altre zone di campagna, quello della Terra D’Arneo sembrerà estremamente accessibile. Gli immobili più belli si trovano nell’entroterra, masserie e antichi fortilizi ristrutturati. E poi le abitazioni dei centri storici, molto interessanti soprattutto da quando sono partite le politiche di riqualificazione. Nel centro di Copertino le tariffe oscillano tra i 1000 e i 1200 euro al mq. A comprare è soprattutto gente del posto ma anche italiani del Nord e qualche straniero attratto dagli immobili storici. “In questo momento stiamo lavorando prevalentemente sul centro storico”, spiega il sindaco di Copertino Giuseppe Rosafio. “Anche se le abitazioni più belle sono quelle sulla costa, a Porto Cesareo, Torre Lapillo, fino a Gallipoli. Qui i prezzi arrivano fino a 2mila euro al mq”.

Quello che, anche da queste parti, ha rallentato il mercato negli ultimi anni è stata la crisi: “Le banche non danno più credito né agli acquirenti né ai costruttori”, conferma Giampiero Valerio, titolare dell’agenzia Sallentum, Soluzioni Immobiliari. “Fortunatamente ci sono alcune aree del centro storico di Nardò che sono molto apprezzate da inglesi, americani, tedeschi e olandesi e anche da una piccola colonia di emiliani”. Un immobile del 1600 – 1700, da ristrutturare, costa intorno a 300 – 600 euro al mq. Una volta ristrutturati salgono fino a 1.000 – 1.200 euro al mq. Il centro storico di Nardò dopo un cantiere durato mesi, ha un nuovo basamento (il pavimento caratteristico, tipo pavé) e molti immobili sono stati recuperati.

Lo stesso interesse c’è anche nella zona delle marine. Tutta la costa ionica e Porto Cesareo, da Santa Maria al Bagno, fino a Torre Lapillo. Qui, un appartamento di 120 mq, già ristrutturato, a 150 metri dalla spiaggia, si acquista per 135 mila euro. Anche il fenomeno dell’abusivismo è molto combattuto. In questa zona c’è il Villaggio Boncore a 1 km dalla spiaggia di Torre Lapillo. È abitato da poche centinaia di persone, ma ha tutto, persino la chiesa. È molto particolare perché è nato intorno agli anni 30 – 40 dello scorso secolo per esigenze agricole (era una frazione di Nardò) e si sta sviluppando solo ora perché la maggior parte dei terreni apparteneva alla Regione Puglia ed era stata finanziata dalla Cassa per il Mezzogiorno. Quando qualche anno fa la Regione ha deciso di metterli all’asta, il borgo è salito alla ribalta. “Altre iniziative edili in zona sono i residence di nuova costruzione”, continua Valerio, “dove un appartamento di 80 mq in classe A, si vende a 110.000 euro più Iva”. Anche sul plusvalore pesa la congiuntura, ma sugli immobili storici del centro c’è comunque una rivalutazione nell’arco di 2 – 5 anni.

La messa a reddito. Per mettere a reddito una casa o un appartamento esistono diverse soluzioni: se si abita lontani si può dare in gestione ad un’agenzia che si occupa dell’affitto. In alta stagione, un appartamento di 80 mq, si affitta anche a 100 euro al giorno. Oppure, se si tratta di masserie o di edifici rurali, si può tentare la strada della trasformazione in struttura ricettiva. Questa formula, finora è stata davvero vincente, perché oltre all’accoglienza turistica, permette di lavorare nel mercato delle feste e delle cerimonie, un giro molto redditizio da queste parti.

 

 

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