Lo chiamano effetto Ryanair, ovvero l’apertura dell’aeroporto di Comiso con lo sbarco da meno di due anni dei voli low cost del nord Europa nel sud-est della Sicilia, nella provincia di Ragusa, una delle zone più trascurate dell’isola per la viabilità (anche se l’autostrada Catania-Modica dovrebbe essere completata entro il 2017) e quindi, finora, meno toccata dal turismo di massa.
Un effetto che si è sovrapposto al fenomeno Montalbano, ovvero alla decisione della RAI, quindici anni fa, di scegliere i luoghi del barocco della Sicilia orientale per trasformare in fiction i romanzi di Andrea Camilleri anche se ambientati nell’agrigentino, terra natale dello scrittore, un’area compromessa da un’urbanizzazione senza criterio. Da questa scelta, dello scenografo Luciano Riggieri, scaturiscono le riprese a volo d’uccello di Scicli, Modica, Ragusa Ibla e della spiaggia con il faro di Punta Secca: tutti luoghi riconosciuti dall’UNESCO “Patrimonio dell’Umanità”, racconta Mario Luciolli in Montalbano, I luoghi televisivi (ed.Enjoy). Il risultato è, per esempio, che a Scicli, alla fine dello scorso ottobre, bisognava prenotare per andare a mangiare in un ristorante.
Per le strade di Montalbano
E lo spettacolo televisivo continua in questa cittadina dove negli anni ‘60 vi erano ancora persone che abitavano nelle grotte di Chiafura, insieme ai muli e alle galline (si consiglia la bella lettura di Chiafura, la visita del ’59 quando una delegazione di intellettuali, da Pasolini a Paietta, da Carlo Levi a Renato Guttuso e Pier Paolo Pasolini arrivò a Scicli per denunciarne le condizioni di vita, e Pasolini la definì “una montagna del purgatorio, con gironi uno sull’altro, forati dai buchi delle porte delle caverne preistoriche”). Nello scorso inverno, si giravano nuovi episodi del giovane Montalbano, nella sede del municipio di Scicli, trasformato in commissariato di polizia. L’itinerario per scoprire questo angolo della Sicilia, abbacinato dal sole, che sta spingendo molti italiani del nord e tanti stranieri a viverci almeno sei mesi l’anno (con questi ultimi che evitano i mesi più caldi e più rumorosi di luglio ed agosto) si può iniziare da Ragusa Ibla, ovvero la “Vigata” della celebre serie televisiva su Montalbano, per poi proseguire su Modica e Scicli. Tre città barocche che simboleggiano, come le Tre Grazie del Canova, splendore, gioia e prosperità. Lo scrittore Gesualdo Bufalino ha scritto: “Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla, una certa qualità d’animo, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo nero che spia”. Ibla (in siciliano iusu, ovvero che giace sotto) contiene 14 dei 18 monumenti della città di Ragusa, iscritti nel patrimonio dell’umanità. Qui, oltre a numerose scene de Il commissario di Montalbano, sono state ambientate molte parti de L’uomo delle stelle di Giuseppe Tornatore. Abitata fin dal XIV secolo A.C. dai Siculi, Ibla o Ragusa bassa, deve il suo splendore tardo barocco al terribile terremoto del 1693, quando i sopravvissuti decisero di ricostruire nuove case e nuove chiese.
Un’occasione unica
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