Edward Hopper a Bologna
Tra gli interpreti più innovativi della tradizione realista d’oltreoceano, Edward Hopper è considerato il cantore dell’America rurale contrapposta a quella delle grandi metropoli, brulicanti di umanità. La mostra di Palazzo Fava, a Bologna, fino al 24 luglio, intende ripercorrere la carriera del pittore, attraverso 58 capolavori provenienti dal Whitney Museum di New York. Sei sezioni tematiche e cronologiche guidano il visitatore: dalla formazione accademica agli anni di studio a Parigi, fino ai capolavori degli anni ’30, ’40 e ’50.
Edward Hopper: istantanee di vita

Il Whitney Museum ha ospitato varie mostre dell’artista, dalla prima nel 1920 al Whitney Studio Club a quelle memorabili del 1960, 1964 e 1980. Inoltre dal 1968, grazie al lascito della vedova Josephine, il Museo ospita tutta l’eredità dell’artista: oltre 3.000 opere tra dipinti, disegni e incisioni.
Un narratore capace di fermare l’attimo
Per alcuni Hopper è stato un narratore di storie, mentre per altri è stato l’unico che abbia saputo fermare l’attimo – cristallizzato nel tempo – di un panorama, come di una persona. È stato lo stesso Edward Hopper (1882-1967) – il più popolare e noto artisti americano del XX secolo – uomo schivo e taciturno, amante degli orizzonti di mare e della luce chiara del suo grande studio, a chiarire la sua poetica: “Se potessi dirlo a parole, non ci sarebbe alcun motivo per dipingere”.
Per informazioni: https://www.genusbononiae.it
© Riproduzione riservata.


            
            
            
Un narratore capace di fermare l’attimo
            
            
            
            
            
            
            
            
            



