Un restauro da record restituisce al pubblico lo splendore del Parco Romantico della Fondazione Magnani-Rocca
Unico in Italia per la sua stratificazione di tre secoli di stili paesaggistici, il Parco Romantico della Fondazione Magnani-Rocca è tornato al suo splendore grazie al più importante restauro paesaggistico dell’Emilia-Romagna, finanziato dal PNRR
Nel cuore della campagna parmense, il Parco Romantico della Fondazione Magnani-Rocca torna a nuova vita grazie a un imponente intervento di restauro finanziato con i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Questo straordinario giardino storico, che circonda la celebre Villa dei Capolavori, rappresenta un unicum nel panorama italiano: l’unico spazio verde che racconta tre secoli di storia del paesaggio, con la coesistenza armonica di giardino formale all’italiana, giardino romantico all’inglese e un audace giardino contemporaneo ispirato al New Perennial Movement. Un progetto che non solo valorizza il patrimonio culturale e naturale del luogo, ma trasforma il parco in un modello innovativo di turismo sostenibile e culturale, aperto a famiglie, studiosi e appassionati d’arte e natura.
“Restaurare un giardino storico è un gesto di cura, di ascolto, di memoria. È raccontare – con fiori, sentieri e alberi – la storia di una dimora e delle persone che l’hanno abitata, amata, trasformata.” Così racconta Elisa Marmiroli, agronoma paesaggista, che insieme all’architetto Alberto Bordi ha guidato il restauro del parco. Un progetto che unisce esperienza botanica, sensibilità estetica e un rispetto profondo per lo spirito dei luoghi. Un restauro che è anche un atto poetico. “Perché un giardino è, sempre, un luogo in cui il tempo si trasforma in bellezza”.
I numeri di un restauro da record
Dodici ettari di parco completamente restaurati, oltre 900 alberi appartenenti a 37 specie botaniche, 3 alberi iscritti nell’Elenco degli Alberi Monumentali d’Italia, 8.000 nuove piante e 100 nuove specie botaniche introdotte, un biolago con sistema di fitodepurazione naturale. Sono questi i numeri straordinari del restauro che ha riportato il Parco Romantico della Fondazione Magnani-Rocca al suo antico splendore. L’intervento, il più importante restauro paesaggistico in Emilia-Romagna, ha restituito vitalità a uno dei giardini storici più affascinanti d’Europa. Il restauro del Parco Romantico è stato condotto secondo i rigidi criteri filologici della Carta di Firenze per i giardini storici, ma ha saputo integrare innovazioni contemporanee coerenti con lo spirito della collezione Magnani.
La Villa dei Capolavori: arte e bellezza nel cuore dell’Emilia
È inevitabile visitare la Fondazione Magnani-Rocca e rimanere incantati dalla maestosità di Villa dei Capolavori, una villa neoclassica immersa nella quiete della campagna di Mamiano di Traversetolo, alle porte di Parma. Un tempo residenza privata di Luigi Magnani, raffinato intellettuale e collezionista, la villa è oggi un museo di respiro internazionale che ospita la sua collezione, unica nel suo genere, con opere di Monet, Renoir, Cézanne, Goya, Tiziano, Dürer, de Chirico, Rubens, Van Dyck, Filippo Lippi, Carpaccio, Burri, de Pisis, Tiepolo, Canova e la più significativa raccolta di Giorgio Morandi. Seguendo l’esempio di Luigi Magnani – che accostava Goya a Burri – anche il restauro del Parco Romantico dimostra come la storia possa dialogare con la contemporaneità senza perdere identità.
L’unicità del Giardino Contemporaneo
Come abbiamo detto, la particolarità del Parco Romantico della Fondazione Magnani-Rocca è la straordinaria stratificazione di tre secoli di storia del giardino in un solo luogo, fenomeno raro in Italia e in Europa, che fonde armoniosamente il disegno all’italiana, la visione paesaggistica all’inglese e un sorprendente giardino contemporaneo. Quest’ultimo, cuore innovativo del recente restauro, è il primo esempio in Emilia-Romagna ispirato al New Perennial Movement, corrente internazionale nata dagli studi del paesaggista Piet Oudolf. Qui, su una superficie di 800 metri quadrati, oltre 6.500 piante erbacee perenni e graminacee sono disposte “a matrice”, secondo una composizione che privilegia la spontaneità, il ritmo delle fioriture e l’evoluzione nel tempo.
Un laboratorio vivente di biodiversità
Il parco della Fondazione Magnani-Rocca non è solo uno straordinario museo all’aperto, ma un vero e proprio laboratorio di biodiversità. Con centinaia di specie vegetali e una ricca fauna selvatica, formata da pavoni, volpi, fagiani, lepri, scoiattoli, rospi, rane e numerose varietà di picchi, il parco svolge oggi un ruolo attivo nella rete ecologica del territorio, fungendo da “stepping stone” naturale tra le aree verdi della provincia. Il nuovo biolago con sistema di fitodepurazione rappresenta uno dei primi esempi italiani di gestione sostenibile delle acque in un contesto storico, coniugando estetica, funzionalità e rispetto ambientale.
Un modello per il futuro del turismo culturale
Con questo restauro, la Fondazione Magnani-Rocca si afferma come una delle eccellenze del turismo culturale europeo: il Parco Romantico restaurato diventa, infatti, un investimento nel futuro, un modello virtuoso di come il patrimonio storico possa essere valorizzato e rinnovato senza tradire la propria identità. Un luogo che parla a pubblici diversi – appassionati di giardini storici, studiosi, famiglie e viaggiatori culturali – e che invita a vivere l’arte e la natura in maniera attiva e contemporanea. Il nuovo assetto del parco favorisce momenti di benessere e socialità all’aria aperta, con spazi pensati per il relax, la lettura, le visite in autonomia e persino i picnic, in un perfetto equilibrio tra contemplazione e vita vissuta.
Informazioni pratiche: il Parco Romantico della Fondazione Magnani-Rocca è visitabile da metà marzo a metà dicembre dalle 10 alle 18, lunedì chiuso e chiuso anche di martedì nei mesi di luglio e agosto. I percorsi sono accessibili e adatti a ogni età. Sono disponibili visite guidate specializzate e laboratori didattici. È inoltre possibile vivere il parco in autonomia, con momenti di relax, lettura o… picnic nel verde.
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