Ristrutturare il fienile: un progetto eccellente

di Redazione Ville&Casali

Ristrutturare il fienile

Certi edifici sono capaci di sopravvivere al proprio destino, adattandosi in modo organico ai cambiamenti, senza perdere la propria identità. In fisica, questa caratteristica ha un nome: resilienza.

Questo rustico dall’impronta severa, che si erge nella campagna modenese, si può definire un edificio, a suo modo, resiliente. Nato come fienile e deposito di attrezzi agricoli, è rimasto per lunghi anni in stato di abbandono.

Il sisma del 2012, che lo ha pesantemente lesionato nelle strutture portanti, ha rappresentato però un punto di svolta, fornendo un’inaspettata alternativa al corso ormai segnato della sua storia centenaria.

Acquistato da una giovane coppia, desiderosa di vivere a contatto con la natura, l’edificio è stato rimesso completamente a nuovo e adibito ad abitazione, dopo un intenso lavoro di recupero conservativo affidato allo studio Archiplan.

Mantenendo sostanzialmente invariato l’involucro esterno, in conseguenza di alcuni vincoli paesaggistici esistenti, gli architetti hanno lavorato sul carattere originario dell’immobile, caratterizzato da un’ambivalenza significativa: al fronte, quasi completamente privo di aperture, si contrappone un retro ampiamente finestrato, aperto e permeabile al paesaggio circostante e ai cicli delle stagioni.

Ristrutturare il fienile a base di contrasti

Simbolicamente, le due facciate possono facilmente tradursi come i due volti della campagna: uno duro, ombroso e impermeabile ai cambiamenti, come lo sono il lavoro nei campi e le tradizioni rurali millenarie; l’altro piacevole e morbido, aperto e luminoso come il paesaggio, che si disvela a perdita d’occhio dalle vetrate a tutta altezza.

A mediare tra interno ed esterno, un sistema di scuri che, come una sorta di quinta mobile, apre la casa verso il panorama circostante oppure la scherma, garantendo, a seconda dei casi, privacy e ombra in un perfetto equilibro tra architettura e paesaggio.

A contrasto con l’aspetto tradizionale degli esterni, gli interni sono una fotografia esatta dell’abitare contemporaneo.

«Siamo partiti da un foglio bianco – spiegano gli architetti Diego Cisi e Stefano Gorni Silvestrini -, disegnando da zero ambienti ariosi, punteggiati da pochi elementi realizzati su misura che si susseguono senza soluzione di continuità».

Il risultato è un ambiente dilatato dall’assenza di tramezzi, dall’uso sapiente di colori neutri e dall’ampio fronte finestrato.

Tra i materiali spicca il legno, di recupero o scelto in essenze povere – larice perlopiù – e in finitura spazzolata e sbiancata, per adattarlo alla sobria essenzialità degli arredi.

Da un punto di vista strutturale l’abitazione è stata resa antisismica da un sistema di putrelle di ferro inserite a sostegno della struttura portante.

Le esigenze di riscaldamento e raffrescamento sono affidate a un impianto in pompa di calore ad alta efficienza. La copertura a capriate è stata completamente ricostruita ex novo per recuperare la memoria dell’ex fienile e, successivamente, dipinta di bianco per dare maggiore ariosità agli ambienti.

 

 

A cura di LIA MANTOVANI

Foto di DAVIDE GALLI

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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