La casa dell’equilibrio perfetto
A Roma, nel quartiere Parioli a pochi passi dalla galleria d’arte moderna e da Villa Borghese, in un elegante edificio anni ’30 l’architetto Emanuela Esposito ha progettato e arredato una dimora eclettica e cosmopolita. Ispirato all’antico simbolo del PI, il cerchio sacro, o cerchio della vita, il concept ne esalta il significato di completezza, creando attraverso un carattere stilistico forte, una linea immaginaria, un filo conduttore unico, le cui estremità si ricongiungono.
Filosofia e design di classe

Materiati ed armonia

Tutto, dunque, è studiato per trasmettere questo senso di completezza ed armonia. Ecco, allora, che i divani Megara di Driade, i due mobili contenitore Mida di Maxalto in rovere e lacca arancio, si sposano sapientemente con oggetti di recupero, come la lampada di Marcel Breuer, che fu esposta all’Exposition de Paris 1925. Un tocco di colore è anche offerto dalle eleganti poltrone Lisa in velluto ciliegia, di Driade. Le lame lignee attraverso le quali si scorgono le sculture di Sebastian Matta e il pensatore in bronzo di Meggie Bang creano suggestioni, incrementano quella magica alchimia che deve scaturire da un buon progetto. Si tratta di porte in ferro e legno, in rovere ed ebano, realizzate su disegno dell’architetto.
Gli ambienti comunicano emozioni

Morbidezza e rigore liberty
Nel continuo dialogo, la morbidezza del camino di marmo in stile liberty, si contrappone alla rigorosa biblioteca disegnata dall’architetto e realizzata interamente in ferro. E’ stata studiata non solo per accogliere centinaia di volumi e opere d’arte, ma anche come “stargate” per accedere alla parte più privata della casa, la zona notte, attraverso una porta ben mimetizzata.
Il quadro blu sopra al camino è di Isabella Vismara Traglio. L’abitazione, che si sviluppa su 400 mq, si completa con la stanza da letto padronale, due stanze per gli ospiti e una palestra, che ospita anch’essa alcune opere d’arte, in un continuum ideale con la filosofia del concept.
Testo di FRANCESCA PIERPAOLI foto di MORENO MAGGI
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