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Storia fiorentina

di Redazione Ville&Casali

Storia fiorentina
Foto di Michele Notarangelo e Andrea Rinaldi

Una storica villa rinascimentale sulle colline di Firenze, tra le più importanti, le cui origini risalgono al 1427, è rinata grazie a un intervento progettuale scrupoloso, perfetto bilanciamento fra passato e presente

Sulle colline con vista sulla città di Firenze, dopo lunghi lavori di restauro e ammodernamento, si affaccia Villa Capponi, imponente ed unica nel suo genere, su una delle città culla del Rinascimento. Possedere questa villa significa essere custode di un notevole pezzo di storia della città, in una località rinomata per la sua bellezza. I lavori di ristrutturazione affidati all’architetto Sammarro sono durati tre anni. Nell’intervento sono stati restaurati con perizia e grande cura gli elementi architettonici originari: i pavimenti, i portali e i camini in pietra da Cormorano Service Firenze e sotto la direzione dello studio sono stati diretti i lavori di restauro degli affreschi e dei soffitti, come le porte originali restaurate da AJ interior desing. Scopo dell’intervento è stata la ricomposizione dell’antico in un contesto contemporaneo ed elegante, opportunamente studiato per non stravolgere l’autenticità del posto.

Considerato uno tra i palazzi storici del ‘400 più importanti di Firenze, Villa Capponi posizionata sulle colline, è stata oggetto di un intervento di recupero minuzioso che ha dato vita a nuovi ambienti accoglienti, moderni ed eleganti, in cui la ricercatezza dei materiali ha contribuito a portare originalità dentro un contesto di grande bellezza. Il risultato finale è stato un mirabile restauro con un interior raffinato che sa stupire e rapire con i suoi spazi e i suoi contrasti; l’elegante villa, contemporanea, è stata pensata per essere in tono con la visione e il desiderio dei committenti, di vedute internazionali, inserendo materiali nuovi ma sobri, come i nuovi pavimenti in legno a spina francese forniti e montati dalla storica azienda Zanaga di Firenze, come anche la fornitura delle carte da parati per i bagni.

Storia fiorentina
Foto di Michele Notarangelo e Andrea Rinaldi

In particolare, sono stati riportati al loro splendore storico gli elementi architettonici che costruivano la villa e che oggi compongono, nel “nuovo” impianto, la maglia strutturale degli ambienti, grazie ai fratelli Tosto della ditta Tosca srl Firenze che hanno realizzato in modo mirabile i lavori di ristrutturazione e degli impianti tecnologici. Un meraviglioso giardino all’italiana circonda tutta la villa, rendendo ancora più affascinante e romantica l’intera proprietà. Il terrazzo prospiciente la villa chiude un paesaggio incantevole e regala una delle vedute più belle di Firenze, splendida città senza tempo. Tutto l’interior design su progetto dello studio è stato realizzato da eccellenti aziende italiane come i bagni, con una accurata scelta delle lastre di marmo quali daisy grey, master noir Saint Tropez forniti e realizzati della azienda Alimonti di Milano, come pure il tavolo da pranzo in statuario su disegno dello studio.

Pezzo unico e inconfondibile sull’ampio tavolo da pranzo il pezzo 3 Long Chandelier dell’atelier fiorentino Il Pezzo Mancante, disegnato da Cosimo Terzani e Barbara Bertocci. Nella sala da bagno padronale, il trittico Sasha di Jacuzzi con hamman, doccia emozionale e sauna fornito da REME di Firenze, rende lo spazio un unico ambiente confortevole per il benessere. Il risultato finale è stato di grande qualità e frutto di un lavoro rispettoso raggiunto grazie a un’orchestra di elementi armoniosamente collegati tra loro e tutti in linea con l’atmosfera storica dello spazio. Vero e proprio patrimonio architettonico riportato oggi al suo antico splendore. In questo intervento l’attenta operazione di restauro dell’architetto Pierluigi Sammarro ha permesso di recuperare tutti gli elementi di pregio e di risalto dell’architettura della villa non venendo mai meno all’imperativo della funzionalità, della bellezza e della cura di ogni dettaglio, perché “la differenza è nei particolari”.

Articolo pubblicato sullo Speciale Architetti 2022

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