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Agricoltura biodinamica: il futuro del vino

di Redazione Ville&Casali

Agricoltura biodinamica

Chi arriva al maso Römigberg, sopra il lago di Caldaro rimane incantato da una collina alta circa 300 metri sul livello del mare, interamente coltivata a vite ma resta sorpreso che tra i filari circolino asini, mucche e qualche oca, è forse questa agricoltura biodinamica?

Qui nascono il Römigberg Kalterersee Classico, il Cor Römigberg Cabernet Sauvignon, due rossi di grande qualità prodotti da Alois Lageder, il più importante viticultore dell’Alto Adige.

Il concime di mucca non solo rende forti le radici delle piante, scrisse nel 1923 il filosofo austriaco Rudolph Steiner, “ma agisce anche fortemente fin nei frutti, e perciò produce anche le giuste proteine nelle piante, il che poi rende forte anche l’uomo. Se si continua a concimare solo con concime minerale come è di moda ultimamente, o addirittura con l’azoto derivato dall’aria, i vostri figli e ancor più i figli dei vostri figli, si ritroveranno visi pallidi pallidi. Non potrete più distinguere i volti dalle loro mani”.

Alois Lageder, proprietario di una mezza dozzina di masi e di circa 50 ettari di vigneti nella provincia di Bolzano, è l’erede di una famiglia di vignaioli che fra sette anni compirà due secoli.

Insieme al figlio Clemens che rappresenta la sesta generazione, Alois Lageder oggi è un assoluto protagonista dell’agricoltura biodinamica, che esclude del tutto i prodotti chimici e cerca di produrre il vino secondo natura.Agricoltura biodinamica

Dallo scorso settembre è diventato presidente di Demeter Italia, l’organizzazione di origine tedesca che seguendo i principi steineriani già un secolo fa ha dettato le regole per una coltivazione biologico- dinamica, in armonia con la natura.

“Demeter, presente in tutti i continenti, è il marchio internazionale che controlla e certifica il lavoro – e i prodotti – degli agricoltori che praticano la coltivazione biologica dinamica, spiega a Ville&Casali il nuovo presidente, convinto che questo metodo rappresenti il futuro della viticoltura e dell’agricoltura in generale.

L’azienda Lageder vanta la certificazione Demeter sin dal 2007. Un traguardo che nasce da lontano e che nel 1934 segna una tappa importante con l’acquisto della tenuta Löwengang, il cuore produttivo dell’azienda.

Nel 1995 è nata la nuova Löwengang a Magré, in una struttura biosostenibile dove la pietra e il legno esercitano uno scambio di energia positiva, che ha il suo acme nel giardino invernale, posto al centro dell’edificio dove si può ammirare un’installazione dello svizzero Christian Philipp Müller.

Al centro degli uffici aziendali l’artista ha collocato tre cubi di vetro di 120 cm di lato, riempiti con la terra dei tre vigneti di Löwengang, Römigberg e Lindenburg. Al di sopra dei cubi, sul lato aperto, germogliano le erbe e le piante che sono caratteristiche di ogni vigneto e dalle pareti il visitatore può vedere lo spaccato geologico con i colori, le sfumature e le composizioni mineralogiche dei tre terreni e apprezzarne le differenze.

“Una vera scultura naturale vivente”, spiega Lageder, che da grande appassionato di arte moderna da anni invita diversi artisti a realizzare progetti che possano coniugare l’arte del vino con la natura circostante.

Con la nuova costruzione Alois Lageder ha portato la natura all’interno degli edifici, installando il primo grande impianto fotovoltaico dell’Alto Adige, sperimentando forme innovative di riscaldamento e di condizionamento dell’aria, riducendo la presenza di sostanze tossiche nell’ambiente e conseguendo un forte risparmio energetico.

“Nella progettazione della nuova cantina”, spiega a Ville&Casali, Alois Lageder, “l’obiettivo primario è stato quello di garantire una vinificazione delle uve più delicata possibile, ispirandosi a due elementi semplici ma fondamentali della natura, ossia la forza di gravità e il cerchio, sapientemente sfruttati nella ‘torre di vinificazione’ alta 17 metri. Grazie al dislivello all’interno della torre, le uve e il mosto scendono da un piano all’altro quasi in ‘caduta libera’, senza bisogno di pompe o di trasporto meccanico, a tutto vantaggio della qualità delle uve, che resta integra in tutte le fasi della vinificazione. I fermentatori sono disposti in cerchio, attorno al punto in cui le uve e il mosto fuoriescono dalla torre, riducendo così al minimo le distanze da superare”.

Agricoltura biodinamicaIl mosto viene poi fatto riposare in barrique di rovere e accompagnato non solo da abili enologi ma anche dalla musica. Un’installazione sonora creata dall’artista Mario Airò costituisce il progetto più poetico della cantina: una turbina collocata all’esterno, al muoversi del vento, crea un’emissione sonora chiamata Ninna-nanna per barriques e archi!

Per degustare i vini si prosegue per la Vineria Paradies, un’enoteca- ristorante racchiusa fra le mura storiche del villaggio di Magré dove si possono assaggiare una trentina di vini dell’azienda, “I classici”, “le selezioni Terroir”, o “i Masi”, dalle eleganti etichette disegnate da artisti, nonché gustosi piatti della cucina tradizionale. Infine, acquistare prodotti biodinamici di altre aziende.

Il Paradies negli ultimi anni è diventato una suggestiva location per matrimoni e ogni anno in primavera, in coincidenza con il Vinitaly accoglie i visitatori al Summa, un evento internazionale molto esclusivo tra i produttori – in particolare tra quelli di vini biodinamici – di ogni angolo del mondo.

Oggi l’azienda Lageder, grazie a 90 conferitori, produce oltre un milione di bottiglie che esporta per il 60 per cento nel mondo ed è impegnata non solo ad estendere la produzione biodinamica, ma anche a sperimentare nuovi vitigni che possano sostenere i cambiamenti climatici attesi nei prossimi decenni.

 

 

 

A cura di ENRICO MORELLI

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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