Vulci: tra archeologia e natura
Vulci è un’antica città etrusca che si trova nel territorio di Montalto di Castro, in Provincia di Viterbo nella Maremma laziale e vicinissimo a quella toscana.
La città antica si erge su di una piattaforma calcarea lungo la riva destra del Fiora e fu una delle più grandi città-stato dell’Etruria. I ricchi corredi funebri ritrovati nelle necropoli del luogo e conservati ora nei musei di tutto il mondo raccontano di un forte sviluppo marinaro e commerciale con l’Oriente e con la Grecia.
Nel luogo in cui si trovava la città è possibile vedere i resti di una villa del I secolo a.C., un lungo tratto di una strada romana, le fondamenta di un tempio etrusco, i resti di due porte delle mura cittadine.
Nelle necropoli che circondano la città, situate nei territori di Montalto di Castro e Canino, si trovano migliaia di tombe, dalle forme e tipologia diverse: fosse, tumuli, tombe a cassone, tombe a camera e tombe a corridoio. Tra le più note: il grandioso tumulo della Cuccumella (alto 18 metri e con 75 metri di diametro), la Cuccumelletta e la Rotonda, la tomba François, quelle dei Tori, delle Iscrizioni e dei Due Ingressi.
Da non perdere la vista del ponte detto del Diavolo (III secolo a.C.) che domina dall’alto dei suoi 30 metri di altezza il fiume Fiora, nei pressi del castello medievale della Badia (XIII secolo). Il Castello si trova nel territorio di Canino e venne realizzato dai monaci cistercensi nel XII secolo, su quella che era nel IX secolo un’abbazia e fu per mezzo secolo gestito in collaborazione con i cavalieri del Tempio, i cosiddetti Templari. Successivamente fu utilizzata quale dogana dello Stato Pontificio, ruolo importante perché il castello era situato ai confini con il Granducato di Toscana. Passò poi ai Bonaparte, da questi nel 1859 ai Torlonia e finalmente fu acquistato dallo Stato Italiano.
Oggi accoglie il Museo archeologico nazionale di Vulci, all’interno del quale si può ammirare tra l’altro il ricchissimo corredo della tomba della Panatenaica ed inoltre ceramica etrusca e greca, bronzi, sarcofagi, ex voto ed elementi architettonici che un tempo ornavano templi e tombe.
Vulci è anche un parco naturalistico perfettamente integrato negli elementi archeologici del luogo. Il Fiora, che lo attraversa, scorre prima in un profondo canyon costituito da rocce vulcaniche per poi allargarsi, dopo una cascatella, nel suggestivo laghetto del Pellicone, set di numerosi set cinematografici, come l’indimenticabile scena dell’incontro con Leonardo Da Vinci in “Non ci resta che piangere” con Roberto Benigni e Massimo Troisi.
Per scoprire gli itinerari, la storia e le caratteristiche del luogo visitate il sito ufficiale del Parco di Vulci.
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