Gli Etruschi minacciati
Un itinerario alla scoperta della Tuscia non può prescindere da una visita ai siti archeologici di Tarquinia e della sua necropoli etrusca. Una civiltà antichissima, affascinante e misteriosa, quella degli Etruschi, che nella Tuscia hanno lasciato testimonianze importanti, specialmente nell’area di Tarquinia. La necropoli dei Monterozzi, infatti, entrata a far parte della lista dei siti patrimoni mondiali dell’umanità dell’UNESCO nel 2004, che si trova appena fuori il centro abitato, accoglie le tombe dipinte più belle e meglio conservate del mondo antico, che testimoniano il culto della morte di un popolo affascinante ed enigmatico. Sono uniche nel loro genere e paragonabili solamente a quelle egiziane.
Di circa 200 tombe etrusche con pitture parietali di cui si è attualmente a conoscenza, circa 140 si trovano a Tarquinia. Vi si conservano opere d’arte uniche, come anche importanti sono i reperti custoditi al museo archeologico nazionale di Palazzo Vitelleschi, lo splendido edificio rinascimentale che sorge proprio al centro della città. Si tratta di un patrimonio che fino ad oggi rientrava nella Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale (che include anche Cerveteri, Vulci, Sutri e Veio), la cui abolizione è stata decretata però in nome della spending review dal ministro Dario Franceschini. Una rivoluzione accolta con forte risentimento da parte della città, tanto che il sindaco di Tarquinia, Mauro Mazzola, ha inviato una lettera di protesta al ministro Dario Franceschini ed ha anche pubblicato una lettera aperta al ministro sulle pagine del quotidiano “Il Messaggero”.
“L’esperienza Unesco è solo una parte degli sforzi condotti in questi ultimi anni dagli amministratori locali per una volta in sinergia positiva con il ministero”, afferma Mazzola, “senza contare i grandi successi ottenuti, sintetizzati dal numero di visitatori raggiunto nel 2013, circa 330mila, da quello che a tutti gli effetti si può considerare il Polo Espositivo Etrusco.
Tutto ciò è stato reso possibile dalla presenza di un interlocutore specifico e cioè la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale, una delle più antiche soprintendenze d’Italia. La sua cancellazione, sostituita da una macrostruttura che dovrebbe occuparsi dell’intera regione Lazio, ci priverebbe del nostro naturale interlocutore e vanificherebbe gli sforzi compiuti dalle Amministrazioni Locali”. Sembra, in effetti, un’operazione discutibile, quella voluta da Franceschini, visto che l’anno scorso la Francia ha dedicato al popolo etrusco la mostra “Etrusques-Un hymne à la vie”, a cura di Patrizia Nitti direttrice artistica del Musée Maillol, di Parigi, una mostra inedita che aiuta a scoprire lati meno noti di questa popolazione.
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