A Piacenza, tra i castelli incantati
Nella zona di Piacenza, lasciando alle spalle la Pianura Padana, si sale verso la fascia collinare dei Colli Piacentini, quella dei castelli. Non famosi e fastosi come quelli della Loira, ma interessanti e ricchi di storia. Incastonati in affascinanti contesti naturali con elevata varietà di fauna e flora, valgono sicuramente una visita, particolarmente piacevole in primavera, al risveglio della lussureggiante vegetazione.
Costellata di castelli sorti con funzione d’avvistamento e difesa e trasformati in seguito, con il mutare delle tecniche di guerra, in dimore nobiliari dai caratteri prettamente civili, la zona di Piacenza era importante un tempo perché attraversata da una tratta della strada che conduceva pellegrini e commercianti dal nord a Roma, la famosa Via Francigena, le cui tracce si possono trovare ancora lungo la valle del fiume Arda. Sua ricchezza, fin dalla notte dei tempi, era costituita dal sale, retaggio del mare che milioni di anni fa occupava la Pianura Padana.
L’oro bianco presso i Romani, che si erano insediati nella zona, non solo era moneta di scambio, da cui il termine salario, ma veniva utilizzato per la conservazione delle carni, i salumi, eccellenza che, accompagnata da rinomati vini locali, è tuttora presente in ogni festa o ricorrenza. La salatura è operata a secco da esperti norcini, i massalein, rispettosi delle regole di un’antica tradizione tramandata di padre in figlio.
Una pregevole vista dall’alto sul torrente si ha dal borgo fortificato di Vigoleno, con mastio, due chiese, piazzetta, case medievali e castello frequentato tra le due guerre dal jet set internazionale del tempo. Ospiti della principessa Maria Ruspoli, allora proprietaria, erano Max Ernst che proprio a Vigoleno dipinse ‘La foresta imbalsamata”, Arthur Rubinstein, Jean Cocteau e perfino D’Annunzio. Oggi è una dimora storica con pernottamento, ristorazione e visite guidate il fine settimana (tel. 0523.895390).
Quando non sono in giro per il mondo, nel borgo vivono e operano i due artisti Yumiko Tachimi e Sabino Ventura. Splendidi i bicchieri, o meglio le “Sculture per bere” in vetro soffiato che Sabino realizza in tiratura limitata con le forme primitive ispirate ad una ritualità arcaica. Di antica tradizione è anche l’imperdibile Vin Santo di Vigoleno ancora prodotto dagli Eredi Corsini nella loro vigna assolata. Più a nord, già nel Parmense, un altro maniero domina il Parco naturale dello Stirone, abitato dalla stessa famiglia, i marchesi Pallavicino, dall’XI secolo. Si tratta del Castello di Scipione, i cui interni aperti di recente al pubblico, valgono una visita (tel. 0524.572381). Spostandosi ancora più a nord e superata Cortemaggiore, c’è un altro maniero la cui l’austerità degli esterni fa contrasto con l’eleganza degli interni e la leggerezza della corte quadrata a doppio ordine di arcate. E’ il castello di S. Pietro in Cerro, completo di cucine e prigione e di un ‘Museum in Motion’ con 800 pezzi di arte contemporanea disposti nel sottotetto e nel parco (tel. 0523.839056). Ridiscendendo verso Castell’Arquato, a Vigolo Marchese, patria della crostata al cioccolato dalla ricetta ancora segreta, valgono una sosta il Battistero di S. Giovanni, sorto probabilmente come tempietto pagano in età romana, e il castello La Pusterla, oggi sede di una rinomata azienda vitivinicola.
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A 6 km si incontra sul fiume Arda Castell’Arquato, sempre nella zona di Piacenza, dove conviene sostare per la notte nello storico Albergo Leon d’Oro, rinato a nuova vita dopo la recentissima ristrutturazione. La mattina seguente, la giornata troverà un goloso inizio con una colazione all’insegna di torte appena sfornate. Nella medesima corte giardino apre i battenti il Ristorante Don Ferdinando, dove il giovanissimo chef Daniele Sorrenti si cimenta con paste tirate al momento, piatti tradizionali rivisitati, a chilometro zero, e tiramisù scomposto a strati. L’atmosfera medievale si respira ovunque, nei vicoli stretti in acciottolato, nelle basse case a schiera, ma anche nelle botteghe. L’ebanisteria è in una chiesa del XIII° secolo (tel. 0523.803838), presso L’angolo delle curiosità Romana Busani propone lavorazioni di feltro e voile e arcaici gioielli con radici e pietre (tel. 347.5349568), perfino in un’autorimessa, Davide Burzoni, appassionato dell’antico, è specializzato nel restauro di auto storiche (tel. 0523.380489). Ogni occasione a Castell’Arquato è colta per fare festa, indossare un costume d’epoca e condividere i piaceri della tavola.
Le cantine nella zona di Piacenza non mancano certo! Estimatori dei vini della zona erano anche consoli e proconsoli romani che avevano scelto come luogo di villeggiatura Veleia, anche per le proprietà salutari delle acque ricche di sali, perfette per i loro edifici termali. La “Pompei del Nord Italia”, di cui rimangono ordinati ruderi, è situata in un luogo tranquillo lungo il corso del nostro terzo fiume, il Chero, al pari dell’ultima tappa dell’itinerario, Il Castello di Gropparello. Il maniero che dall’alto domina i resti di un altare celtico, è oggi ricco di eventi. Previa prenotazione, nella Taverna Medievale si possono scoprire piatti prelibati d’altri tempi e degustare una selezione dei migliori vini locali. I bambini si divertiranno nel Parco delle Fiabe, vivendo, vestiti da cavalieri, le emozioni dei tempi lontani. Uno stratagemma, creato dall’instancabile Rita Gibelli, per avvicinare i bambini alle antiche memorie, facendole rivivere attraverso il gioco (tel. 0523.855814).
Testo e foto di Maria Luisa Bonivento
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