Maremma: la Toscana più selvaggia
La Maremma è la parte più selvaggia della Toscana; una terra aspra e rude con una tradizione culinaria basata sull’acquacotta, il piatto povero dei butteri, con lardo, cipolla ed erbe aromatiche selvatiche.
Essa, così come la Maremma laziale resta oggi una terra intatta e preservata, specie nei territori lontani dal litorale, ideale per chi ama la natura, il silenzio, la visita nei piccoli borghi dal carattere medievale e lo shopping, dalle ceramiche, all’olio e al vino tipici.
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Tra questi ricordiamo Scansano, situata nel cuore della zona di produzione del Morellino, un ottimo rosso doc prodotto con sole uve Sangiovese, è un paese lindo e piacevole, che conserva un bel quartiere medievale.
Poco dopo, sprofondate in un mare di uliveti appaiono le mura di Magliano in Toscana, in gran parte costruite dai Senesi verso la metà del XV secolo e tuttora quasi interamente conservate. Fuori dalle mura del borgo da visitare la chiesa dell’Annunziata, di origini romaniche: nel giardino dell’edificio campeggia un ulivo di almeno sette secoli, mentre ne campi adiacenti ce n’è uno che sembra abbia addirittura tremila anni. Da non perdere anche il Monastero di San Bruzio, bella testimonianza artistica della religiosità popolare della Maremma Grossetana.
In Maremma gli uliveti si alternano ai campi di grano e di girasoli, ai radi vigneti e alle macchie di bosco, fino ad arrivare al punto più meridionale dell’itinerario, rappresentato, dopo il fiume Albegna, dalle cittadine di Manciano e Montemerano. Quest’ultimo è un incantevole paesino in parte tuttora protetto dalla cinta muraria, la cui sommità, conosciuta come “il Castello” è dominata da una torretta trecentesca trasformata in campanile, in un susseguirsi di archi, case d’epoca e leggiadre scalinate esterne.
Nei dintorni si trova anche Saturnia, famosa soprattutto per le sue acque termali, che sgorgano naturalmente vicino alla strada principale, nelle divertenti e suggestive Cascate del Gorello.
L’itinerario si conclude infine con i tre caratteristici borghi di Sovana, Sorano e Pitigliano.
Sovana è stato un importante centro etrusco; passeggiando per le sue vie, lastricate da un’elegante pavimentazione in mattoni a lisca di pesce, si giunge a Piazza del Pretorio dove sorgono il Palazzo del Pretorio e la Loggia del Capitano. Oltre il Duomo, si giunge infine alla necropoli etrusca, formata da tombe ben conservate e riccamente decorate, tra cui la Tomba Ildebranda del II secolo avanti Cristo.
Pitigliano appare poco dopo con effetto a dir poco scenografico: il suo nucleo storico, interamente disposto su uno sperone di tufo, sembra una gigantesca fortezza che sorge nel bel mezzo della campagna, tra boschi di lecci e querce. Sempre su uno sperone di tufo sorge Sorano, da cui spunta la caratteristica Torre dell’Orologio e una fortezza quattrocentesca.
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