I dolci tipici di Carnevale portano in tavola tutto il gusto e l’allegria della festa più colorata dell’anno. Una festa dalle origini incerte; una delle principali teorie sostiene che si tratti di una festa popolare collettiva trasmessa attraverso i secoli come eredità delle feste pagane dell’antica Grecia. In epoca cristiana il Carnevale (probabilmente derivato dal latino “carnem levare“) segna l’ultimo periodo di festa prima di quello di raccoglimento e penitenza della Quaresima.
Oggi il Carnevale è festeggiato in molti paesi del mondo riprendendo la tradizione del mascheramento, che anche nell’antichità serviva a rendere più forte l’idea di evasione dalla realtà. Tra i festeggiamenti più famosi in Italia, da ricordare sicuramente il Carnevale di Venezia, in Veneto, quello di Viareggio, in Toscana, e quello di Ivrea, in Piemonte, famoso anche e soprattutto per la spettacolare “Battaglia delle arance”.
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Ma il Carnevale si festeggia anche in tavola, con dolci tipici preparati secondo ricette tradizionali delle diverse regioni italiane: dagli struffoli napoletani alle castagnole semplici e ripiene scopriamo i piatti tipici di Carnevale da Nord a Sud della Penisola.
Krapfen: antica specialità austriaca, diffusa in quello che fu il Lombardo-Veneto e oggi tipica del Trentino, ripiena di marmellata e ricoperta di zucchero a velo.
Chiacchiere: specialità semplice e gustosa, diffusa in tutt’Italia, sebbene con nomi diversi: in Friuli si chiamano Grostoli, in Emilia Sfrappole, nelle Marche Frappe, in Toscana Cenci, in Campania Chiacchiere
Castagnole: una morbida e gustosa ricetta tipicamente friulana.
Cicerchiata: tipica del centro Italia, ha una tradizione molto antica e una ricetta a base di miele.
Ravioli dolci: tortelli di pasta ripieni di marmellata o di ricotta.
Struffoli: dolce napoletano guarnito con “cannulilli” e “diavulilli” colorati, per esaltare l’atmosfera di festa del Carnevale.
Zeppole: bignè tipico napoletano diffuso senza ripieno o con crema pasticciera
Si tratta di dolci prevalentemente fritti e sostanziosi, ma come dicevano i nostri antenati latini “Semel in anno licet insanire”! (Una volta all’anno è lecito far pazzie!). E quando è possibile farlo se non a Carnevale?
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