La canzone di Al Bano dà forza alla vigna
Il vino sta ad Al Bano come Al Bano sta alla canzone. La sua azienda vitivinicola interpreta nel migliore dei modi le caratteristiche del territorio, offrendo vini di alta qualità. Allo stesso modo lui, cittadino del mondo, da sempre interpreta al meglio la melodia delle sue canzoni. “E pensare che un tempo odiavo la terra”, racconta il noto cantante a Ville & Casali, “mio padre desiderava che facessi il contadino, ma io non volevo. La mia vera vocazione era cantare e proprio grazie al canto ho scoperto l’amore per la terra”.
E ancora: “Il primo passaggio fu dalla vigna alla canzone, nel 1958; e poi dal 1961 ad oggi dalla canzone con passaggi continui alla vigna. Ho aperto la mia azienda nel lontano 1971, oggi vantiamo una produzione annua di 700mila bottiglie”, continua lui, che in azienda è general supervisor. Al Bano è sempre rimasto molto legato alle sue origini, a Cellino San Marco, alla sua tenuta di famiglia. “Ora la mia azienda è una grande realtà che costa comunque tanto sacrificio: devo andare a cantare anche per mantenere la campagna e realizzare sempre nuove cose, tra vigna e ulivi. Ciò che sono riuscito a ottenere nella musica leggera lo voglio ottenere anche nel campo del vino. Quando scappai dal sud Italia promisi a mio padre: Sappi che un giorno ritornerò e avrai la tua cantina e il primo vino avrà il tuo nome, don Carmelo”. E così è stato.
Oggi i vini bianchi, rossi e rosati di Tenute Al Bano Carrisi soddisfano anche i palati più esigenti, da Don Carmelo (il nome del padre del cantante da sempre legato alla terra) a Felicità Brut, ottenuto da uve Pinot Nero e Chardonnay spumantizzato col metodo charmat), dal rosso Nostalgia al rosato Mediterraneo. “Progetti della mia vita?” conclude Al Bano, “fare del buon vino, del buon olio e soprattutto della buona musica”. Lo rivedremo carico più che mai in uno dei prossimi eventi di quest’anno, negli Usa o in Canada, Russia, Germania, Polonia, Australia e, ovviamente, nella nostra Penisola
PLATONE: Il vino PLURIPREMIATO
“Sono orgoglioso di questo vino che ha già vinto parecchi riconoscimenti, 3 bicchieri del Gambero Rosso, 5 bicchieri di Bibenda e tanti altri premi. Platone fu il primo uomo a scrivere sulle caratteristiche e le bontà del vino, disse ogni anno che conta non è un anno che passa e l’ho fatto scrivere anche sul retro dell’etichetta”, precisa il cantante parlando del suo vino ottenuto da uve Negroamaro e Primitivo, prodotte da prestigiosi vitigni di ben 75 anni, con fermentazione in silos di acciaio e affinamento di otto mesi in barrique. All’analisi olfattiva spiccano note di confettura di prugne, caffè e cioccolato, alla gustativa è avvolgente e asciutto. L’abbinamento più indicato è con l’arrosto e piatti di selvaggina.
Temperatura di servizio: 16° – 18° c.
© Riproduzione riservata.