Tolaini: giuramento per realizzare un sogno

di Redazione Ville&Casali

Oggi Pierluigi Tolaini è un affermato uomo di affari in Canada e, per tenere fede al suo giuramento, o meglio, per realizzare il sogno di produrre un grande vino, è tornato nella ‘sua’ Toscana, in uno degli angoli più belli del Chianti Classico, tra Castelnuovo Berardenga e Gaiole. Così, nel 1998, acquista una tenuta di enormi potenzialità composta da due casali diroccati, qualche vecchio filare e una ventina di olivi.

Partendo da zero, dunque, riesce a dar vita a un’azienda vitivinicola d’eccellenza, con una moderna cantina e oltre 50 ettari di vigneti impiantati a 10.000 ceppi/ettaro, con la prestigiosa consulenza di Andrea Paoletti. E per la regia di cantina, dopo una serie di approcci a dir poco avventurosi, riesce a convincere un nome del calibro di Michel Rolland, enologo francese ritenuto tra i più grandi al mondo. Neanche a dirlo, l’obiettivo è l’assoluta eccellenza, perseguita, però, non sulla scia del Chianti Classico, bensì di vini di chiara impronta bordolese (anche se un Chianti Classico by Tolaini è in dirittura di arrivo…). Tre vini di grande struttura, perfetti dal punto di vista tecnico ma, soprattutto, di beva accessibile e appagante. Dulcis in fundo, proposti a prezzi a dir poco onesti. Se con così poche annate (la prima è stata la 2003) Tolaini è arrivato a tanto…

Il Vino Bandiera

Il vino di punta di Tolaini, sopra Al Passo (base Sangiovese) e Valdisanti (base Cabernet Sauvignon). È un uvaggio di Merlot (65&), Cabernet (30%) e Petit Verdot (5%), vinificato in tini di legno tronco-conici e poi affinato per 18 mesi in barrique francesi nuove. Il 2006 è emblematico delle potenzialità e della qualità della cantina Tolaini, morbido e vellutato, ma anche profondo e vivace, mai immanente. Un rosso da intenditori ma molto piacevole per tutti.

di Alberto Lupetti

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