Scegliere la pietra: arredare il passato
La pietra, quando è a vista, è un importante elemento architettonico, con valenze d’arredamento e di estetica. Oltre a trasmettere forza e “genuinità”, la pietra comunica un legame con il passato, con la tradizione, con valori antichi. Ossatura portante di edifici, elemento di decoro, la pietra viene spesso usata per ottenere importanti risultati.
Pietra: la visione di Tom Kundig
Per Kundig la casa è un ritratto che coglie l’anima del proprietario e del luogo, ma esprime anche la pulsione creativa dell’architetto. Il risultato non è uno stile riconoscibile, ma piuttosto l’attento equilibrio di una serie di temi ricorrenti. Le case si ancorano saldamente al terreno oppure vi si poggiano con levità. Come The Pierre, una delle sue ultime realizzazioni, che prende il nome da una massiccia formazione rocciosa che fa pensare a un ricovero preistorico. Si trova a San Juan Island, nello stato di Washington.
Il desiderio del cliente che la casa trasmettesse un senso di sicurezza ha ispirato l’idea di una massa di cemento che si insinua nel terreno coperta da un tetto verde. La roccia è stata parzialmente scavata e usata come cava per l’aggregato e la pavimentazione, per la ghiaia del viale d’entrata e per i blocchi del garage. Interni ombrosi si aprono alla natura con porte e finestre incernierate, i cui meccanismi manuali più elaborati, fatti a mano da un ex meccanico della Ferrari, sono vere opere d’arte. Tutti questi elementi concorrono a creare un’affinità poetica con il luogo e con l’esperienza di viverlo.
Il suo progetto è a questo collegamento.
Rinnovare con la pietra: un buon compromesso
Esiste però un’interessante soluzione di compromesso che permette di salvaguardare il confort di un rifacimento dei giorni nostri, con la natura “antica e rurale” del progetto originario. Questa soluzione l’ha trovata il designer Christian Speck che ha integrato le sue idee nei lavori di restauro e ammodernamento di un casolare presente nel paesino di Soglio, sulle Alpi Svizzere. Il suo metodo è quello di ritagliare spazzi da donare al passato, valorizzandoli con luci netti e colori caldi. La scelta si applica non solo nei vani interni, dove comunque gran parte della struttura portante originaria viene mantenuta, ma anche nei piani esterni, dove il tetto originale sembra confluire in un terrazzo moderno e lo sguardo dell’inquilino o dell’ospite passa dalla tecnologia dei materiali contemporanei all’atmosfera arcaica delle case del paese.
La soluzione di Speck è a questo collegamento.
Armonia spirituale con la pietra rosata
A Spello, nel cuore dell’Umbria, spicca in tutta la sua magnificenza una villa chiamata Buonanotte Barbanera, ricavata da un’antica chiesa del quattordicesimo secolo e ora di proprietà dell’imprenditrice Andrea Falkner Campi. Costruita in malta e pietra rosata, la villa risulta essere particolarmente fresca d’estate e calda in inverno.
Tutti gli elementi ancora in buono stato sono stati mantenuti nella ristrutturazione e ripristinati dopo un adeguato trattamento conferendo alla casa il suo sapore autentico: porte, finestre, balconi, pavimenti, travi in metallo e in legno dei soffitti sono, infatti, quelli originari. Le pareti perimetrali sono state isolate termicamente aggiungendo uno strato in sughero e le superfici sono state semplicemente stuccate a calce. All’interno, nella sala da pranzo con zona cucina, in salotto e poi su per la scala che porta al primo piano e alla zona notte con tre camere da letto e bagni, si godono le stesse atmosfere da jardin d’hiver, che sembrano diffondersi con naturalezza, senza soluzione di continuità o cadute di stile, come facessero parte della casa, da sempre. Dal patio si passa comodamente alla cucina (che richiama lo stile provenzale), firmata dall’azienda francese La Cornue, in cui sono ben visibili i bicchieri Riedel, e allo spazioso soggiorno, configurato come un open space, con luci soffuse, divano in velluto e un tappeto marocchino.
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Il loft dai muri di pietra
Questa abitazione ristrutturata dagli architetti Marianna e Sandro Ranellucci, dello Studio Supervisione dell’Architettura, conserva la doppia anima, rurale e metropolitana, che va fondendosi nel borgo. In origine il volume della casa consisteva in un ambiente spazioso nel quale non solo venivano conservati i prodotti alimentari, ma dove anche spesso venivano consumate delle allegre ‘merende. Di questo vasto ambiente è stata mantenuta, per una buona parte della superficie, la condizione di doppia altezza.
Tradizionale e moderno, rurale e metropolitano si identificano con l’analoga doppiezza di un diverso modo di vivere, in chi, a Pereta, intende passare dalla potatura delle viti all’uso del computer e viceversa. La spazialità soprattutto è il carattere più moderno, che potrebbe dirsi perfino simile alla casa tipica del grande architetto Le Corbusier. Questo spazio è arredato con diversi mobili di famiglia, vintage, cornici dorate, ma anche strani oggetti dalle caratteristiche industriali, che ostentano finiture in ruggine cerata, contrastanti rispetto al mattone e alla pietra a vista delle pareti. Ma, forse, altri sono i caratteri più emergenti in questo forte contesto, come le opere giovanili di Oliviero Rainaldi, la chiara pietra di recupero di provenienza stradale dal forte spessore, il serioso Chester, le sedie in rete metallica, il divano di produzione francese, il copridivano in fintapelliccia.
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