Il giusto equilibrio a Firenze
Un complesso intervento di recupero, anzi qualcosa in più: una trasformazione radicale del corpo edilizio preesistente, un edificio rurale posto sul versante rivolto verso Firenze, all’interno del comune di Lastra a Signa. Una sorta, quindi, di progetto ex novo, che ha visto come protagonisti gli architetti Daniela Bianchi e Alessandro Marcattilj, dello studio fiorentino AMDB. “Ci siamo trovati di fronte ad una sfida piuttosto impegnativa”, afferma l’architetto Marcattilj. “Abbiamo operato attraverso una doppia chiave di lettura, sterilizzando le vecchie murature e sovrapponendo a queste tutti gli elementi architettonici necessari per la nuova vita dell’immobile posto in posizione collinare”.
La costruzione si trova in aderenza al muro di recinzione che delimita il parco di una grande villa ottocentesca. Il contrasto stilistico evidente tra il rigido formalismo della rimessa ottocentesca e la spontanea ruvidezza del fabbricato rurale è stato risolto dagli architetti introducendo un elemento estraneo che, essendo totalmente trasparente, costituisce una sorta di giunto aperto in grado di congiungere fisicamente ma, allo stesso tempo, enfatizzare, separando, le due diverse volumetrie così da valorizzarne le caratteristiche. “Dal punto di vista funzionale”, continua l’architetto, “questo cuscinetto aperto è stato utilizzato per introdurre i collegamenti verticali della nuova casa formando, in questo modo, un nuovo asse per consentire la razionale fruizione degli ambienti posti al primo e al secondo piano, nonché estendere le connessioni tra interno ed esterno anche al patio e al giardino”.
Le due rampe di scale sono state realizzate riutilizzando gli scalini in pietra, a blocco unico scolpito, recuperati tra le macerie della struttura preesistente mentre i due setti murari che delimitano il vano sono stati rifiniti con un semplice intonaco tinteggiato. “Internamente abbiamo rispettato la semplicità degli ambienti intervenendo con alcuni tagli nella struttura muraria solo in corrispondenza di collegamenti tra ambienti diversi ed operando una completa pulizia formale anche nelle finiture, limitate al minimo necessario. In molti casi abbiamo anche rinunciato agli intonaci”, dice ancora l’architetto.
La pavimentazione di tutta la casa è stata realizzata con un battuto di cemento ossidato per ottenere il colore sabbia mentre una tinteggiatura color avorio avvolge le pareti e i soffitti, sia restaurati che di nuovo inserimento. Per rispettare la volontà dei nuovi proprietari, la zona living è stata lasciata, quanto più possibile, libera da oggetti e decori, con l’inserimento di pochi pezzi d’arredo contemporanei, come il camino a gas in ghisa, realizzato su disegno degli architetti, le porte a doghe di legno di quercia spazzolato, anch’esse su disegno, e i divani bianchi acquistati presso mercatini locali.
All’esterno, l’intervento si è limitato alla realizzazione di un unico elemento di forte valenza architettonica che, posto lungo tutto il fronte della casa, si allunga verso i campi posti al di fuori del recinto murario del giardino, interrompendone un breve tratto, alla ricerca di un rapporto effettivo tra la casa ed il contesto che, originariamente, era inesistente. Si tratta, in pratica, di una sorta di pontile pavimentato in tavolato di legno che, essendo posto alla stessa quota degli ambienti della casa, si sviluppa in lunghezza leggermente sollevato rispetto al terreno circostante e termina con la piscina (in fase di realizzazione), nella quale la testata a sfioro si pone come ultima estensione della residenza verso il panorama collinare.
Di Aldo Mazzolani
foto di Simone Parri
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