Antico charme a Gallipoli

di Redazione Ville&Casali

Oggetto di un accurato restauro eseguito dall’architetto Cosimo Antonio Muci, il Relais “Carlo V”, situato in un palazzo realizzato dalla famiglia Lembo nel 1880, si affaccia su Corso Roma, la via più importante della Gallipoli “Nuova”, parte dall’isola che ospita il centro storico e, attraverso il ponticello che la collega alla terra ferma, si dirige verso Alezio, formando un vero e proprio asse portante su cui si attestano perpendicolarmente le altre vie. Queste formano la maglia a scacchiera del “Nuovo Borgo”. Sino a pochi anni fa a Palazzo Lembo, poi diventato Palazzo Raheli-Romanello, si accedeva direttamente dal Corso.

Portone in legno, atrio scoperto e poi…

1Posto ad angolo, il Relais Carlo V ha attualmente l’ingresso dal n° 5 della via C. D’Angiò. Un vecchio e possente portone in legno si apre in un androne dalla volta a botte, realizzata con conci di tufo locale, e successivamente soppalcata con travi e tavolato in legno. Attraverso un atrio scoperto si accede con una rampa pedonale allo scalone che conduce al primo piano nobile. Uno scalone importante, composto da tre rampe con balaustre in pietra leccese dagli elementi torniti. L’impianto simmetrico tipico dell’epoca si legge già nella prima stanza d’ingresso, posta centralmente rispetto a tutto l’impianto, da cui si accede ad altre quattro stanze sui due lati e frontalmente nel salone che, con un grande balcone, affaccia su Corso Roma. Ai due lati del salone sono poste altre due stanze, aventi anch’esse affaccio su Corso Roma. Entrambe sono dotate, oltre che di un grande bagno con doccia, di vasca con idromassaggio al loro interno.

Dallo scalone alla passerella

2Ancora dallo stesso scalone, attraverso una passerella in acciaio, realizzata per distribuire meglio e rendere indipendenti tutti gli ambienti, si accede ad un disimpegno che conduce ad un’altra camera e al grande terrazzo scoperto, ben attrezzato per soggiornare all’aperto. Le sei camere poste ai lati della sala d’ingresso e del salone hanno una copertura in tufo a “volta leccese” e sono dotate di bagni aventi copertura piana, ubicati al di sotto di soppalchi realizzati in legno trattato al naturale. Gli stessi soppalchi, aperti verso l’interno delle stesse camere, sono stati realizzati per estendere la superficie calpestabile rendendole quindi più funzionali. L’ultima camera, con accesso dal disimpegno che conduce anche al terrazzo, è formata da due ambienti voltati a botte, accostati longitudinalmente, di cui uno destinato ad alcova e bagno. L’intero intervento è stato teso al recupero del preesistente e all’eliminazione delle superfetazioni che ne avevano snaturato l’aspetto originario. Così sono state divelte le ceramiche poste sull’originario lastricato di una delle sette camere, è stata rimossa la moquette dal lastricato del salone centrale ed è stato ripristinato un vecchio camino che era stato murato. Si è quindi proceduto con il recupero delle originarie cementine degli ambienti restanti e degli infissi interni ed esterni, riportandoli all’antico aspetto originario. Il trattamento delle pareti ha interessato anche la copertura del salone centrale con volta alla “Palladio” sapientemente affrescata.

Dal recupero alla modernità

Alla linea intransigente di recupero totale del contenitore, voluto per rimarcare la storicità dell’edificio, si è contrapposta, sempre per scelta dell’architetto, la modernità e contemporaneità dell’arredo interno: mobili in betulla dalle linee semplici e trattati al naturale, disegnati dall’architetto Muci; tavoli in cristallo dalle linee essenziali; divani e sedie lineari in pelle bianca; divani-letto in alcantara.

Il soppalco in legno trattato con una velatura di impregnante all’acqua bianca e vernice trasparente lucida si pone come elemento di mediazione tra vecchio e nuovo, tra l’antico e il moderno. Il Relais è completato con le sculture di Daniele Dell’Angelo Custode e i dipinti dell’artista Maria Antonietta Mea.

© Riproduzione riservata.