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Porto Rotondo: uno sguardo dalla roccia

di Redazione Ville&Casali

PortoRotondo

La villa era una vecchia costruzione di 40 anni fa, ormai fatiscente, confinante con la Certosa di Silvio Berlusconi, spiega Gianni Gamondi, l’architetto di fiducia dell’ex premier italiano. “Era un immobile arroccato sulla collina a monte di Porto Rotondo, da cui il mare si poteva vedere solo dal tetto, con le finestre che guardavano all’indietro”. Concepita da un architetto stravagante o introverso è stata affidata a un maestro dell’architettura per il loisir e il turismo d’élite: Gianni Gamondi.

Un nome e una carriera di prestigio

6Un progettista che in Sardegna ha realizzato non solo Porto Rotondo per i conti Donà delle Rose, ma anche Puntaldia, Capo Coda Cavallo e tanti altri resort, nonché oltre 250 ville e case private per il jet set italiano ed internazionale. Non solo in Italia, ma nei Caraibi, in Messico, Brasile, Isole Vergini, Bermuda, Mauritius, inseguendo il richiamo del sole perenne, del mare turchino e della natura incontaminata, nonché… della sua canna da pesca! Gamondi racconta, infatti, a Ville&Casali la storia di questa villa di Porto Rotondo, completata due anni fa, mentre parte per la sua casa in Irlanda, dove si diletta a pescare salmoni. “A 78 anni”, ammette, “posso concedermi un pò di riposo, anche perché la committenza è cambiata”. E gli lascia meno spazio per esprimere la sua intensa visione dell’architettura.

Eleganza sobria, stile di qualità

3“Rispetto alle stravaganze oleografiche dello stile balocco, in voga nella Costa Smeralda degli anni sessanta, le abitazioni di Gamondi si distinguono per il loro rigore sobrio e lineare, che mira a convincere anziché a stupire”, ha scritto l’architetto Marco Biagi in Ville Esclusive, un libro pubblicato alcuni anni fa, con le foto di Giancarlo Gardin, sulle sue principali realizzazioni. Gamondi ha una grande capacità di “leggere” il territorio e di saper sfruttare le condizioni morfologiche, climatiche e cromatiche. Riuscendo, sempre, a valorizzare il potenziale paesaggistico. Biagi aggiunge: “L’organizzazione degli spazi gravita solitamente attorno al fulcro di ariosi e fluidi soggiorni open space, accoglienti, estremamente permeabili alla luce e all’aria, totalmente indivisi e ritmati soltanto da piccoli dislivelli, arredi fissi, appoggi puntuali e moduli di copertura a vista. Il massimo della privacy, del comfort, dell’intimità domestica, si coniugano con l’acme del voyeurismo contemplativo della natura”. Con cinque collaboratori, oggi Gamondi è impegnato a completare la villa in Costa Smeralda di un magnate russo, i giardini di Villa Certosa (“che per visitarli tutti sono necessari due giorni”, ci dice) ed altri incarichi in giro per il mondo, in particolare ad Antigua, dove ha costruito quattro ville per Berlusconi. La villa di Porto Rotondo, illustrata in queste pagine, è stata ampliata grazie al piano casa ed accostando l’immobile alla roccia sono stati ricavati quattro piani, dove ogni ambiente ha il suo giardino, uniti da un ascensore con le pareti di vetro. Salendo, al primo piano si può ammirare l’acqua della piscina, poi accedere ai due piani delle sei suite e all’ultimo piano, dove è stato collocato il living per cene conviviali molto panoramiche. I terrazzi sono tutti in teak e i soffitti a cassettoni.

Funzionalità e soluzioni originali

baiaGrandi finestre di legno e vetro catturano il panorama della baia di Porto Rotondo. Una villa molto funzionale, con soluzioni originali, come la mancanza di serramenti per accedere al terrazzo della piscina. Un’architettura moderna, ma compenetrata nell’ambiente unico della Sardegna, che andrebbe presa ad esempio per ristrutturare le ville “pied dans l’eau”, sorte negli anni sessanta, ormai superate e poco funzionali, che trovandosi entro i 300 metri dalla battigia non si possono toccare se non abbattendole e costruendole lontane dal mare, anche se con un premio di cubatura.

Una politica “conservativa” che l’architetto Gamondi condivide solo in parte, essendo stato sempre attento alla sostenibilità degli interventi e al rapporto con la natura. Come presidente del Comitato di architettura del Consorzio della Costa Smeralda giudica i nuovi progetti con la massima apertura anche verso i giovani progettisti e le nuove forme espressive, purché valide.

 

Al progetto hanno collaborato le seguenti ditte: Fantini di Milano per i mosaici Lorenzon di Treviso per l’architettura in legno e le strutture in acciaio.

 

A cura di di ENRICO MORELLI foto di GIANCARLO GARDIN

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