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Sognando la campagna

di Redazione Ville&Casali

Sognando la campagna

E’ il sogno di tanti stranieri, quello di cambiare vita, trasferirsi in campagna e vivere dei prodotti della terra, seguendo il ritmo delle stagioni e godendo ogni giorno degli scenari più belli che madre natura ci ha regalato. Era anche il sogno di Patricia e Geoffrey Henwood, una coppia di australiani che ha riconosciuto nel paesaggio di Todi, quel particolare scorcio che affaccia sulla chiesa della Consolazione, il contesto perfetto in cui realizzarlo.

Decidono di costruire una villa che richiama un edificio dell’epoca rurale, semplice e funzionale, arredata con mobili italiani di design. “Gli stranieri vogliono vivere il sogno di un contadino italiano”, speiga Geoffrey. “Questo è il posto più richiesto dagli stranieri, perché da qui non si vede la città nuova”. Dopo l’innamoramento, incaricano l’architetto Antonio Corradi, di Todi, di progettare un immobile che ben si inserisce nel contesto della campagna umbra, con i muri intonacati con una bella pietra locale (di Izzalini, una frazione di Todi).

L’edificio, tuttavia, si differenzia per la mancanza di un tetto spiovente e per le grandi vetrate scorrevoli che fanno penetrare tanta luce, “portando dentro” la campagna. Vista da Todi, è difficilmente identificabile, mentre se si arriva a Canonica la si individua facilmente, perché la sua forma è a parallalepipedo ed è obiettivamente diversa da tutti gli edifici circostanti. Può essere considerata la casa ideale per la terza età, perché non esiste uno scalino ed è molto funzionale in circa 230 mq. Inoltre, è luminosa e panoramica. Perfino dalla doccia si può vedere la campagna e ammirare lo skyline di Todi.

La pietra locale è l’elemento unificante e caratterizzante della casa, usata grezza all’esterno, e levigata all’interno per i pavimenti, che a loro volta sono riscaldati a gas con il sistema a serpentina, ad un costo modico di 5 euro al giorno. Il sistema mantiene la temperatura stabile intorno ai 20 gradi.

I mobili sono per lo più moderni e italiani, come la cucina e i divani Binova, il tavolo da pranzo B&B Italia, completato da sedie scandinave di Arne Jacobsen. Non mancano pezzi di antiquariato, come la sedia di Le Corbusier, la poltrona Recliner di Charles e Rae Eames o i tavolini anni Trenta di Marcel Breuer. Ben inseriti anche alcuni pezzi di Ikea e di Artek. Alle pareti alcune opere d’arte di un noto fotografo locale, Carlo Rocchi Bilancini, e le sculture di Danilo Cerquaglia, come quelle sul DNA, che arredano la sala da pranzo. All’esterno ci sono mobili di Ethimo.

I signori Henwood, naturalmente, dedicano molto tempo al proprio orto, e cosi si sentono un po’ contadini.

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