Bianco assoluto in Sudafrica
La casa di vacanza disegnata da Richard Townsend e Stefan Antoni, dello studio Saota, per una coppia di professionisti sudafricani sullo spettacolare litorale oceanico di Città del Capo è utilizzata dai proprietari per poche settimane l’anno. L’abitazione viene affittata nei periodi liberi come location per spot o servizi pubblicitari (a 18.000 Zar al giorno, poco più di 1.800 euro). In questa nuova abitazione sudafricana, ricca di fascino e di luce, di proprietà del fotografo Adrian Nakic e di sua moglie June, spicca un inconsueto dialogo tra arte contemporanea e design. Ci sono voluti tre anni e l’aiuto di una coppia di architetti perché Adrian vedesse nascere la sua casa ideale.
Distribuita su due livelli, questa abitazione si sviluppa sotto un tetto spiovente nel più tipico stile sudafricano che, in passato, ha ospitato una scuola di moda e un magazzino. Il patio, un piccolo giardino zen dove ricevere gli amici, precede l’ingresso composto da numerose sculture mobili in bambù e quadri d’autore. Sopra, i pannelli di vetro del tetto in alluminio lucido con finitura a specchio sono stati rimossi per permettere alla pioggia di passare. La disposizione degli spazi è stata studiata allo scopo di offrire al tempo stesso intimità e apertura. In luogo di un unico, grosso ambiente, gli architetti sudafricani hanno preferito disegnare una serie di piccole stanze, tutte caratterizzate da una grande finestra che si allunga a catturare scorci sempre diversi.
Si susseguono quasi senza interruzione una sala da pranzo, un soggiorno, una biblioteca, la camera di una delle figlie e una cucina interamente in acciaio inox. Nel salone di fronte all’entrata ci sono divani bianchi dal design essenziale, abbinati a poltrone verdi con schienali che sembrano arrotolati su se stessi, come a ricordare le piante che si trovano nel giardino attorno alla piscina. Un delicato ed elegante pavimento in resina caratterizza gli ambienti dell’intera abitazione, mentre i quadri sono stati scelti di colore lu-azzurro per ricordare il cielo. Sulla destra si apre un corridoio che porta in due stanze. Una delle quali è chiamata “lo studio zebrato” per via dell’arredo eccentrico e stravagante.
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