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Weekend a Treviso alla scoperta del “fiore d’inverno”

di Redazione Ville&Casali

Weekend a Treviso

“Marca gioiosa et armoniosa” veniva definita già nel XIII secolo la zona intorno a Treviso, estesa dalle propaggini dei monti bellunesi fino alle lagune venete.

Terre feconde di colture e acque, apprezzate dai Romani e in seguito contese fra l’Austria e la Repubblica Veneziana che se ne impossessò a partire dal 1389, così da assicurarsi rifornimenti di prodotti agricoli, grano e vino.

Treviso, città con tradizione di bellezza e qualità di vita diffuse, con un centro storico dalle eleganti architetture medioevali e rinascimentali, si estende con gioielli d’arte da Asolo a Castelfranco Veneto a Conegliano, in un territorio costellato di ville palladiane, vigneti di prosecco, eccellenze di coltivazioni, come l’elitario radicchio.

Oggi è l’arte a dare nuova visibilità a una città che apprezza la misura, e i cui incanti si svelano pian piano, fra la presenza costante e capillare del mormorio delle acque del Sile.

Cinque mostre per un weekend a Treviso

Ben cinque per esempio le mostre organizzate da Marco Goldin, uno dei più apprezzati curatori e storici dell’arte, per rendere omaggio alla sua città.

Il Museo Civico Santa Caterina è il prezioso contenitore per la più importante esibizione: “Storie dell’impressionismo. I grandi protagonisti da Monet a Renoir, da Van Gogh a Gauguin”.

L’attenta operazione di restyling per il trecentesco ex complesso conventuale, già meritevole di un’attenta visita per le collezioni archeologiche e le opere di Tiziano, Lotto e Tiepolo, si è estesa all’omonima chiesa, elegante scrigno per preziosi e rari affreschi del XIV secolo di Tomaso da Modena e diventata spettacolare Auditorium.

Mostre eccellenti sono il pretesto per scoprire, a piedi, la città partendo dal suo cuore: la Piazza dei Signori con il turrito e medioevale Palazzo dei Trecento e la torre del Podestà.

Da qui si dipartono le vie porticate, come via Calmaggiore, con i palazzi dalle facciate decorate e le finestre scolpite in puro stile veneziano. Ma la vera suggestione è data dalle stradine e delle piazzette nascoste comeWeekend a Treviso quelle alle spalle dell’imponente Duomo neoclassico: via Barberia, Piazza Pola, via Paris Bordone.

Piccoli ristoranti, mescite di vino, ritmi a misura d’uomo e dietro l’angolo ecco le sorprese. Come la minuscola isola della Pescheria con spazi solo per i banchi dello storico mercato del pesce, circondata dalle acque e cascatelle del Sile.

Ancora oggi muove le ruote degli antichi mulini che preparavano le farine per la Serenissima.

Seguendo le acque si arriva alla grande ansa di Riviera Garibaldi, alle mura cinquecentesche o al vivace centro studi ed esposizioni creato da Benetton in Via Carnarotta.

Di fronte, lungo via Roggia e il canale silenzioso e appartato, ecco vicolo Dotti, una delle vie porticate più suggestive del Veneto.

Il fiore d’inverno di Treviso

In un percorso di eccellenze non poteva mancare l’icona locale: lo scarlatto e riccioluto radicchio. Ma quello tardivo, da non confondere con il più modesto precoce, dalla forma affusolata. È il “fiore d’inverno” di Treviso visto che viene messo in commercio verso la metà di dicembre solo dopo attento esame di altezza e calibro.

Orgoglio degli agricoltori trevigiani è protetto da una IGP e dall’omonimo Consorzio.

A imitarlo ci hanno provato in tanti, dalla California alla Romania, ma i risultati sono stati scoraggianti”, spiega a Ville&Casali Luca Manzan, presidente del Consorzio, che nella sua azienda modello (con annesso spaccio di verdure, che sembrano dipinte, e di squisite salse e prodotti sottolio) ha puntato sulla biodiversità (Azienda Nonno Andrea-Villorba di Treviso).Weekend a Treviso

Il radicchio tardivo, vermiglia testa arricciata e cespo candido, è il risultato di una complessa alchimia di terre e acque e della sapienza artigianale di chi lo coltiva e di chi lo “toiletta”. Cioè di chi sa dove piantarlo e quando sfruttare le prime gelate e brine, per estrarre dal terreno quella che, nata come una verde cicoria, vira nel tempo al cremisi per diventare la più nobile delle verdure.

Altrettanto importante il lavoro tutto manuale di chi dopo l’estrazione lo pone a “imbiancare” nelle chiare acque del Sile e in seguito “toilettarlo” eliminandone la quasi totalità delle foglie perché ne emerga solo il pregiato “cuore”.

Perfetto per ogni tipo di preparazione, dal risotto alla stufatura, alla grigliatura o come elemento di accompagno in decine di sapide ricette.

La Strada del Radicchio rosso di Treviso propone una serie di itinerari che vanno dai campi di coltivazione alle risorgive del Sile passando fra parchi naturali, ville palladiane, cantine e incantevoli centri storici.

 

 

 

A cura di PICCI MANZARI

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