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Tutti i percorsi enologici alla scoperta dello Chasselas

di Redazione Ville&Casali

tour enogastronomico svizzera

Non tutti sanno che, a livello enogastronomico, la Svizzera vanta un’enologia di tutto rispetto. Non solo cioccolato e ottimi formaggi, dunque, ma anche moltissimi ettari di vigneti coltivati, che propongono circa 200 diverse tipologie di vini. Alcune di queste sono state premiate dal team degustativo di Robert Parker, il guru mondiale del vino.

Lo Chasselas e le produzioni inconfondibili

Negli ultimi anni, i produttori di vino hanno deciso di puntare sulla qualità, concentrandosi sull’esaltazione del cosidetto “terroir” di coltivazione. Questo è anche ciò che avviene allo Chasselas, il vitigno più famoso della Svizzera che produce bianchi fruttati, floreali, ma allo stesso tempo morbidi e corposi, in grado di raggiungere i cinque, dieci anni di invecchiamento, donando al vino aromi di miele, pietra focaia e noce. L’esportazione di queste bottiglie è molto limitata ed è quindi consigliabile degustare il vino di questa speciale vigna direttamente sul posto, a Vaud, nella zona settentrionale del lago di Ginevra, che produce il 60% del vino della Confederazione. In special modo, a Lavaux, tra Losanna e Montreux, in cui i filari sono a strapiombo sul lago con vista sulle Alpi della Savoia. Questo luogo mozzafiato è stato inserito nel Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco nel 2007. Gli 840 ettari di vigna sono ascrivibili nella categoria dell’enologia eroica, simile alla nostra nelle Cinque Terre, date le inclinazioni del terreno, che raggiungono pendenze del 50%. Dagli oltre seicento metri di altitudine, fin giù, a precipizio sul lago, le viti sono sostenute da 400 chilometri di muretti a secco, costruiti manualmente dai monaci nell’XI secolo, sono distribuite su oltre diecimila terrazze.

Ciò che conferisce questa particolarità ai vini sono i “tre soli”, ossia quello che è nel cielo, il suo riverbero e il calore emanato dalle bianche mura divisorie, che trattengono il caldo e lo ridistribuiscono progressivamente. Anche il clima lacustre dei terreni argillosi-calcarei contribuiscono alla fiorente crescita delle viti. Sul luogo di nascita di questo vino circolano diverse voci:

  1. Egitto. Sembra che le origini dello Chasselas siano molto antiche, i resti, infatti, sono stati ritrovati nell’Oasi del Fayum, in Egitto.
  2. Borgogna. Si dice che questo vino provenga da un paesino vicino a Mâcon, in Borgogna.
  3. Svizzera. Uno studio del 2009 smentisce entrambe le voci precedenti, indicando tramite un’analisi genetica, la zona del lago Lemano, come patria nativa dello Chasselas.

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Visite da non perdere

Vale la pena di scoprire questa bellissima zona del lago di Ginevra, percorrendo la cittadina mediavale di Loutry e il villaggio di St-Saphorin in bicicletta, per un tratto complessivo di 11 chilometri. Si può visitare con il Treno delle Vigne, che parte ogni ora, la zona di Vevey e Lavaux, oppure, ancora, con il battello si può sbarcare nella suggestiva Riviera di Montreux per assistere ad una manifestazione di jazz.

Un altro bel giro panoramico è offerto dai due trenini: il Lavaux Express e il Lavaux Panoramic, che offrono differenti tour, ma entrambi con soste degustative in villaggi tra cui Chardonne, Rivaz e St-Saphorin, con annesse visite alle cantine. In particolare, sulle alture di Rivaz viene fatta una sosta  istruttiva per degustare al Conservatoire Mondiale du Chasselas, una sorta di vigneto-museo che si espande su tre ettari, creato dal produttore Phillippe Bovard per custodire e rendere note, allo stesso tempo, le peculiarità di ben diciannove biotipi di Chasselas. Bovard è il decimo rappresentante di un’intera stirpe di “vigneron”, ma è stato il primo a concepire l’affinamento in barrique e a ottenere il prestigioso riconoscimento di Icona del Vino Svizzero nel 2015. La sua produzione, però, raggiunge l’apice, con il Dezalay Grand Médinette Réserve e il Dezalay Grand Médinette Millesimé AOG, dai sentori speziati e molto fruttati; inoltre nel 2000 ha ottenuto un punteggio di 92/100 proprio da Robert Parker. La sua cantina è visitabile su prenotazione con la possibilità di acquisti.

Un altro produttore interessante è Luc Massy a Epesse, con il suo vino dai toni vanigliati e affumicati: il Dézelay- Chemin de Terres Grand Cru. Un vino dal retrogusto lungo e voluttuoso, come anche il Marsens, o il Clos du Boux che esprime con un tocco leggermente amaro, sottile ed elegante, la fine mineralità di questo Grand Cru. Attraverso questi tour tra le diverse cantine e nelle soste, si avrà, quindi, modo di comparare tutti i sapori, scegliendo il proprio Chasselas preferito.

Se ancora non bastasse, sempre nella zona di Rivaz si svolge il Vinorama, una manifestazione nella quale le migliori etichette dello Chasselas si riuniscono, in un contesto incantevole e naturale. Lo scenario ideale per degustazioni, guidate e non, e per conoscere l’intero arco vitale e produttivo della zona grazie ad un filmato illustrativo: Un anno fra i vigneti di Lavaux.

Un’ulteriore declinazione dello Chasselas arriva dall’estremità est del lago fra Villenueve e la collina di Aigle, nella zona chiamata Chablais. Due vini secchi e fruttati, con un ottimo rapporto qualità prezzo, vengono prodotti dalla Cantina Obrist, aperta dal 1854, che a Yvrgne confeziona il Clos du Rocher Grand Cru Curvée, mentre a Epesses, il Souvenir du Général Guisan. Una volta in zona, non si può assolutamente perdere la visita del Castello di Aigle, imponente fortificazione, strutturata in edifici a torre, risalenti al XII secolo, che svetta proprio al centro di magnifici vigneti e che, dal 1975, è diventata la sede del museo della vigna e del vino. Qui si possono scovare oltre milleduecento etichette svizzere e un ampio spazio è dedicato alle severe valutazioni per il conferimento di riconoscimenti e medaglie d’oro finali.

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Se gli itinerari del vino non bastassero

Moltissime le celebrità che negli anni si sono ritirati nella Riviera di Montreaux: da compositori come Strawinky e Chaikovsky, a pittori come Courbet e Kokosckka, e ancora lo scrittore Rousseau, ai quali, tempo dopo, si sono aggiunti anche Audrey Hepburn e Coco Chanel, Losanna e Freddie Mercury. Addirittura Charley Chaplin visse qui, di preciso a Corsier, e a lui è dedicato un ampio museo, realizzato proprio all’interno della casa in cui ha vissuto a lungo con la sua famiglia. La cosa davvero particolare di questo museo, è che permette di entrare negli ambienti del quotidiano dell’attore e di conoscere da vicino il mondo creativo nel quale viveva, grazie alla ricostruzione di studi e set hollywoodiani di celebri film da lui realizzati.

Nel museo di Jenish, sempre a Vevey, vengono custodite le opere di artisti come Balthus e Giacometti, oltre ai capolavori contemporanei della Fondazione Oscar Kokoschka e il Gabinetto Nazionale delle Stampe con trentamila incisioni. Per festeggiare i centocinquant’anni di attività, inoltre, la Nestlè ha inaugurato a Vevey Nest, proprio nella sede originaria dell’azienda, uno spazio dedicato alla conoscenza del cibo e della salute alimentare. Non solo, in questo luogo è stato anche creato un percorso esplicativo, chiamato Alimentarium, sull’evoluzione delle abitudini alimentari delle varie civiltà del mondo. Questi spazi offrono al visitatore, un approccio interattivo molto utile a capire fino in fondo l’importanza del buon cibo e il valore che ha nelle diverse culture.

Se il tuor enogastronomico non bastasse, è importante sapere che il lago di Lemano è il più grande dell’Europa centrale, quindi sono dedicate all’acqua moltissime attività e iniziative come navigazione in battello, pedalò, canoa/kayak e surf.

E per finire, centinaia i chilometri di sentieri a disposizione per gli amanti del trekking. Una vacanza in cui annoiarsi è davvero impossibile.

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